1.26.2011

Prendersi cura dei piedi

Ci si preoccupa dei piedi solo in estate, quando le calzature aperte ci obbligano a metterli allo scoperto. Eppure la loro cura non dovrebbe conoscere stagionalità: anche d’inverno i piedi, costretti in scarpe a volte non comode, vanno incontro a fastidi che possono comprometterne salute ed estetica.

Una buona pedicure dovrebbe, quindi, essere mensile ma non richiede necessariamente il ricorso all’estetista: anche a casa, infatti, si può fare molto contro calli e duroni, cioè quegli ispessimenti circoscritti dell’epidermide derivati dallo strofinamento e dalla compressione continua della zona.

A tale scopo è importante un peeling periodico, che favorisca il rinnovamento degli strati cutanei. Classicamente si ricorre alla pietra pomice inumidita e insaponata: va benissimo, ma va utilizzata con delicatezza, per non rischiare di danneggiare la cute del piede.

In alternativa, per un peeling dei piedi efficace ma delicato, si possono usare anche a casa frese leviganti simili a quelle utilizzate dai professioni. Esistono, infatti, apparecchi per uso domestico, portatili e di minimo ingombro, dotati di testine leviganti al diamante (a grana regolabile in funzione del grado di ispessimento da eliminare) che, proprio per la loro delicatezza, abbinata a una precisione nel peeling, sono indicati per tutti e di facile d’uso.

Sono strumenti particolarmente consigliati per i diabetici, i cui piedi richiedono maggiori attenzioni, soprattutto nell’evitare ferite e abrasioni anche lievi che, in questi soggetti, possono essere facilmente trascurate, degenerando fino a compromettere la salute del piede.

Un consiglio importante riguarda anche la cura delle unghie: va bene tagliarle con regolarità, ma, poiché hanno un potere protettivo, l’ideale è mantenerle di un millimetro più lunghe rispetto al dito. Meglio, inoltre, non arrotondare troppo il taglio, lasciando l’unghia (soprattutto quella dell’alluce) più dritta rispetto a quelle delle mani: si riduce il rischio che il margine laterale finisca per incarnirsi, determinando la ben nota e dolorosa infezione.

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