8.31.2011

Depilazione duratura con la luce pulsata

Oggi molte donne (ma anche sempre più uomini) desiderano una pelle definitivamente liscia e depilata, senza più dover ricorrere a dolorose cerette.

Fermo restando che una depilazione totale e definitiva è fisiologicamente impossibile, si può però aspirare a risultati decisamente più duraturi grazie agli epilatori a luce pulsata, oggi disponibili anche per uso casalingo.

La luce pulsata, una tecnologia usata già da molti anni in campo estetico, riesce a inibire la crescita dei peli grazie alle sue specifiche lunghezze d’onda, che vanno a colpire proprio la melanina presente nei bulbi piliferi, disattivandone la crescita (il pelo non viene bruciato).
Questa modalità di azione richiede però che il pelo sia particolarmente ricco di melanina, per cui la luce pulsata è efficace solo su peli scuri.

La luce, inoltre, ha effetto solo quando colpisce il pelo nella fase di crescita: questo significa dover ripetere più volte il trattamento per raggiungere nel tempo tutti i bulbi piliferi. Non è possibile, quindi, ottenere una depilazione duratura sin dalla prima applicazione: per vedere i risultati bisogna aspettare quindi almeno 6/7 applicazioni e successivamente è possibile che siano necessari, di tanto in tanto, dei trattamenti di mantenimento.

Con la luce pulsata non si avverte dolore durante la depilazione, ma una leggera sensazione di fastidio, che termina con il trattamento, e un lieve rossore passeggero.
Come depilarsi con la luce pulsata a casa, senza rischi? Innanzitutto è bene scegliere un epilatore a luce pulsata dotato di meccanismi di sicurezza: i più moderni hanno un sensore per il fototipo, che permette di valutare se pelle e peluria sono o meno adatti all’applicazione, lasciano temporanei segni di pressioni sulla pelle, per favorire una depilazione uniforme senza rischi di sovraesposizione di una stessa area corporea (evitando, però, che la lampada vada a contatto con la pelle) e proteggono gli occhi dal rischio di incontrare il raggio luminoso.

Fondamentale depilarsi seguendo accuratamente le istruzioni di uso e le controindicazioni: niente luce pulsata sulla pelle che presente cicatrici, macchie, nei, verruche, lentiggini e tatuaggi (da coprire con bende), in presenza di malattie della pelle in atto, se la carnagione naturale è molto scura o quando si è abbronzati (la melanina della pelle è bersaglio della luce pulsata come quella dei peli), in gravidanza o allattamento e se si assumono farmaci che rendono sensibili alla luce.

8.30.2011

Stress da rientro: cause e rimedi

Vacanza archiviate, viaggi estivi ormai alle spalle e anche il relax delle ferie sembra un lontano ricordo,
ma le brutte notizie non finiscono qui: al ritorno dal viaggio estivo, oltre alla quotidianità puoi farsi largo anche un altro sgradito inconveniente, lo stress da rientro.
Dopo aver disfatto i bagagli, l’impatto con la propria vita “normale”, con la routine, costellata di impegni, responsabilità e obblighi, può, infatti, risultare più traumatico del previsto e scatenare una vera e propria sindrome, con un serie di disturbi correlati: debolezza, stanchezza, mal di testa, senso di inquietudine, di  insoddisfazione e di noia sono i sintomi più evidenti.

La colpa? Tutta dei cambiamenti: concedersi una pausa di meritato riposo, per dedicarsi a se stessi e alle proprie passioni, per poi ripiombare nella vita quotidiana, problemi e doveri compresi, potrebbe causare un contraccolpo negativo sull’equilibrio psicofisico.

Niente paura, però, basta seguire qualche piccolo consiglio, per evitare lo stress post vacanze.
Prima di tutto sole, sole e ancora sole: la luce solare aiuta a riadattare efficacemente l’orologio biologico ai nuovi ritmi quotidiani e stagionali, quindi via libera ai bagni di sole negli ultimi scampoli d’estate, anche lontano dalle spiagge delle vacanze.

Ottimo alleato anche lo sport: l’attività fisica è un vero toccasana per la psiche, per scacciare stress, tensioni e ansie; durante il movimento, nell’organismo vengono rilasciate le endorfine, le sostanze chimiche che favoriscono il buon umore. Approfitta, quindi, dei fine settimana per praticare uno sport che ti piace, magari lo stesso che hai fatto in vacanza: ti sembrerà di essere ancora in ferie.

Evitare i cambiamenti drastici: non ripiombare subito nel solito ménage giornaliero. Rientra, per esempio, prima dal soggiorno vacanziero, per poter avere un giorno o due che facciano da ammortizzatori prima di tornare al lavoro. E in ufficio organizza il tuo lavoro spezzettandolo, per non trovarti subito sommerso dalle incombenze.

Anche la natura aiuta: contro lo stress da rientro è possibile ricorrere ad alcuni rimedi naturali davvero efficaci, come l’olio essenziale di rosmarino, ottimo per massaggi profondi, distensivi e rilassanti, il ginseng, che riduce la fatica, donando la giusta dose di energia e forza, e il ginko biloba, prezioso per contrastare l’affaticamento mentale.

8.25.2011

Mantenere l'abbronzatura il più a lungo possibile

Al rientro dalle vacanze, l’orgoglio per aver conquistato finalmente un colorito invidiabile potrebbe svanire in fretta, portandosi via anche la tintarella uniforme e dorata.
Prolungare il più possibile l’effetto ambrato sulla pelle, mantenendo intatta, o quasi, l’abbronzatura delle vacanze, è possibile, basta seguire qualche consiglio utile, da mettere in pratica, prima, durante e dopo l’esposizione al sole.

Per aggiudicarsi davvero l’effetto a lungo termine e portare anche in città un po’ del sole catturato dalla pelle durante il viaggio estivo, è indispensabile giocare d’anticipo: prima della partenza, meglio preparare la pelle alla tintarella, eliminando tossine e cellule morte con uno scrub esfoliante.

Molto poi dipende dal tipo di tintarella: durante la vacanza, non puntare sul “tutto e subito”, ma su un’abbronzatura graduale e uniforme, che garantisce una durata superiore.
No quindi ai bagni di sole non-stop, evita le ore più calde della giornata e proteggi sempre la pelle con creme solari; alla fine di ogni giornata, spalma su tutto il corpo un abbondante dose di crema idratante dopo sole.

Messe in atto tutte le strategie preventive del caso, a vacanza conclusa, non resta che passare nuovamente all’azione. Il nemico numero uno dell’abbronzatura è la disidratazione, perché favorisce la desquamazione e, con le cellule superficiali, dovresti rapidamente dire addio anche al colorito: è preferibile utilizzare, sotto la doccia, gel o oli specifici, che non seccano la pelle e, ogni mattina e sera, nutrire la pelle con la crema idratante.

L’idratazione della pelle passa anche dall’interno, quindi via libera alla dieta pro abbronzatura, anche quando le vacanze sono archiviate, ricca di frutta, verdura e acqua (almeno 2 litri ogni giorno). Il sole rimane l’alleato migliore, da sfruttare fino all’ultimo raggio, con sedute di abbronzatura “last minute” durante gli ultimi week-end e le pause lavorative settembrine.

8.24.2011

Diabete di tipo 1: come godersi le vacanze anche con la malattia

Autocontrollarsi la glicemia, iniettarsi autonomamente l’insulina, controllare quello che si mangia, riconoscere i sintomi di una crisi ipoglicemica:
chi soffre di diabete di tipo 1, la forma insulino-dipendente, come tutti coloro che hanno a che fare con una malattia cronica, non può prendersi una vacanza dalle cure. Ma questo non significa dover rinunciare ai viaggi: oggi con un po’ di organizzazione si può andare dappertutto.

Il primo passo è informarsi sulla destinazione, verificando l’ospedale o il centro di diabetologia più vicino, di cui appuntarsi il numero per ogni evenienza. I compagni di viaggio devono essere informati sulla malattia, sui sintomi di un’eventuale crisi e su che cosa devono eventualmente fare per prestare soccorso.

In valigia, poi, occorre portare con sé i farmaci necessari a coprire tutto il periodo vacanziero (meglio se qualche giorno in più): oggi esistono in commercio borse termiche su misura per conservare l’insulina alla giusta temperatura. Non bisogna dimenticare di portare con sé la prescrizione medica per l’insulina, qualora ce ne fosse bisogno.

L’autoiniezione di insulina è oggi molto facilitata fuori casa grazie ai moderni iniettori del tutto simili a penne stilografiche, che possono agevolmente essere portati con sé senza problemi da chi li deve utilizzare. Tecnologia amica anche per quanto riguarda gli strumenti per il controllo della glicemia: ne esistono di tascabili e molto pratici, alimentati a pile.

A questo punto si può partire, ricordando che anche in vacanza è importante rispettare gli orari e la consistenza dei pasti, per non incorrere in crisi ipoglicemiche o in un rialzo eccessivo di glicemia. E buone vacanze!

Come tenere lontane le zanzare

In cima alla “top ten” degli ospiti estivi più indesiderati, ci sono sicuramente le zanzare, quei fastidiosi insetti ronzanti, piccoli, ma che se colpiscono non danno scampo lasciando sulla pelle pomfi e arrossamenti dal prurito garantito.
Per non attirare troppo l’attenzione degli insetti, meglio scegliere indumenti chiari, in tessuti naturali e traspiranti, che non favoriscono la sudorazione, ed evitare cosmetici e profumi troppo intensi, vere “calamite” per le zanzare.
Anche la vita domestica merita qualche cautela anti-zanzare: è importante non fornire alle zanzare luoghi ideali dove deporre le uova e riprodursi, ed evitare perciò vasi, sottovasi, barattoli e piante con acqua stagnante, e accendere la luce il meno possibile nelle ore serali.

I trucchi aiutano, ma non bastano per contrastare efficacemente gli attacchi delle zanzare. Allo scopo, possono essere utili repellenti e insetticidi, da applicare localmente sulla pelle o da distribuire negli ambienti. I primi, disponibili in varie formulazioni, spray, creme o gel da applicare direttamente sulle zone di cute a rischio puntura, mascherano l’odore della persona, irritando e confondendo l’olfatto delle zanzare.

La valida alternativa da spruzzare o disperdere negli ambienti della casa dove si soggiorna sono gli insetticidi: è possibile scegliere tra quelli spray, che agiscono sul sistema nervoso degli insetti (da usare in dosi minime, evitando il contatto con la pelle, aerando il locale prima di soggiornarvi), i fornelletti elettrici, con piastrine o flaconcini contenenti liquidi, che, grazie all’azione del calore, emanano per evaporazione i principi attivi (da utilizzare nelle vicinanze di una finestra o, aerando il locale prima di soggiornarvi), gli zampironi, che, bruciando, liberano insetticida e fumo, che intossica le zanzare (da esterno).

Probabilmente non altrettanto letali, come i prodotti chimici, ma prive di rischi, esistono anche alcune soluzioni naturali antinzanzare, come le candele, le creme o gli spray a base di citronella e geranio.

8.12.2011

Tornare in forma dopo la gravidanza

E' una preoccupazione molto diffusa tra le neo-mamme: il corpo ha attraversato profondi cambiamenti, il peso è aumentato…
E trascorsi i primi 4/6 mesi dal parto ci si chiede: tornerò mai come prima della gravidanza? La risposta è sì.
Ci vuole solo un po' di pazienza, ottimismo e molta costanza nel fare qualche esercizio di ginnastica a casa.
Non appena possibile, poi, abbinate queste buone abitudini a una leggera attività sportiva nei tempi e modi indicati dal medico a seconda del tipo di parto (se naturale o cesareo), delle abitudini sportive prima della gravidanza e delle proprie condizioni fisiche.

Esercizi per i fianchi
Sedute su una sedia con le ginocchia divaricate, la schiena dritta e l’addome in dentro: piegatevi lateralmente allungando la mano verso il pavimento, cercando di non inclinarvi indietro o avanti. Piegatevi prima da un lato (4 volte) poi dall’altro (4 volte). Con le settimane, potete arrivare a 12 piegamenti per lato.

Per la vita e l’addome
Sedute su una sedia, con piedi e ginocchia divaricati, le braccia sollevate e piegate davanti. Ritraete con forza l’addome, ruotando il tronco a destra il più possibile e mantenete la posizione contando fino a 4. Tornate nella posizione iniziale e ripetete a sinistra. Tornare alla posizione centrale e rilassare. Ripetete sei volte per lato (aumentando fino a 12).

Per i pettorali
Prendete una palla da tennis e tenetela in una mano facendo leva soprattutto con la parte dove il palmo si unisce al polso. Schiacciatela, fino a sentire i muscoli pettorali che si contraggono. Tenete la posizione per dieci secondi, quindi rilassate. Ripetete 20 volte per mano.

Per i glutei
Distese prone su un materassino sul pavimento, tenete distese le gambe e le alzate circa 15 centimetri da terra, alternativamente, cercando di non ruotare il bacino durante il movimento. Alzare ogni gamba dieci volte.

8.11.2011

10 Regole d'oro per la salute della schiena

Il mal di schiena è considerato la grande malattia dei nostri giorni.
Molti dei disturbi alla schiena sono spesso dovuti alla mancanza di movimento e ad atteggiamenti asimmetrici: questi due fattori generano posture scorrette e tensioni muscolari, danni ai dischi vertebrali e fenomeni precoci di usura dell'intera colonna vertebrale.
Quindi è una buona regola eseguire correttamente degli esercizi mirati e una regolare attività fisica per prevenire questi dolori.
E poi le 10 buone regole per una schiena sana:
  1. Tieni la schiena dritta quando è sotto sforzo
  2. Per piegarti usa le ginocchia invece di piegare la schiena
  3. Cambia spesso posizione: l'ideale durante la giornata è 50% seduto, 25% in piedi, 25% in movimento
  4. Non sollevare grandi pesi
  5. Allena regolarmente i muscoli dorsali e addominali
  6. Modifica la postura nella vita quotidiana
  7. Pratica sport equilibrati (corsa, nuoto, bici)
  8. Prenditi regolarmente dei momenti di relax
  9. Usa un materasso di qualità per dormire: passiamo 1/3 della nostra vita a letto...
  10. Quando hai mal di schiena usa un termoforo per alleviare il dolore



Attività in spiaggia: beach-tennis

L'estate, al mare, per gli appassionati del genere il tennis si trasforma in “beach tennis”, un curioso mix di tennis e beach volley: racchette alla mano, si gioca sullo stesso rettangolo di sabbia del beach volley ma con la rete più bassa a 1,70.
La rete è più alta che nel tennis tradizionale perché, visto che sulla sabbia la pallina non rimbalza, il gioco è “al volo” e quando la palla tocca a terra nel campo avversario si segna il punto.

Un curioso mix di sport davvero azzeccato, un vero toccasana per scaricare stress e tensioni, per socializzare e rilassarsi in compagnia.
Divertente ma anche benefico: i movimenti sulla sabbia per raggiungere la pallina tonificano le gambe, sciolgono caviglie e ginocchia e rassodano i glutei; le torsioni necessarie per colpire la pallina rinforzano sia addominali che dorsali, mentre l’atto del colpo sulla pallina allena i muscoli di braccia e spalle. Certo, poiché la racchetta è una sola è importante compensare l’allenamento muscolare del braccio che non viene impiegato in partita con uno sport più completo: visto che siamo in spiaggia niente di meglio del nuoto.

Oltre allo sviluppo e alla tonificazione muscolare, il beach tennis stimola anche la coordinazione motoria e i riflessi, perché bisogna essere pronti e scattanti per non lasciare che la pallina affondi nella sabbia. Con una partita di beach tennis si aumentano la resistenza fisica e la capacità respiratoria e si stimola positivamente tutto il sistema cardiocircolatorio. E si possono bruciare anche 800 calorie: una buona idea per mantenere la silhouette tonica e asciutta, divertendosi.

8.10.2011

La sabbia, cura di bellezza per la pelle

Il mare è una vera miniera di benefici per la salute e la bellezza di tutto il corpo: acqua salata, ricca di oligoelementi essenziali, ma non solo, anche la sabbia può riservare sorprese positive inaspettate.
La sabbia, oltre a rendere la spiaggia l’accogliente terreno per lasciarsi coccolare dai raggi del sole e dalle onde del mare, è anche un vero toccasana per la bellezza, soprattutto della pelle. I suoi granelli, dalle mille possibili sfaccettature, chiari, dorati, scuri, granulosi, soffici o compatti, sono l’ingrediente perfetto per un peeling esfoliante delicato, in grado di rigenerare, levigare e illuminare la pelle.

Se la sabbia è fine e non contiene tracce di inquinamento, può addirittura diventare un cosmetico economico e molto efficace.
Basta un pugno si sabbia, qualche goccia di mare e il gioco è fatto: strofinare questa miscela improvvisata sulla pelle del corpo, con un delicato massaggio circolare, è l’ideale per eliminare le cellule morte, illuminare, dare nuovo tono e luce alla pelle.
Meglio evitare lo scrub da spiaggia “fai da te” sulle parti più sensibili del corpo, come il viso, mentre per le zone in cui la cute tende a ispessirsi e a indurirsi più facilmente, come la pianta dei piedi, la sabbia più indicata per lo scrub è quella vulcanica, dura, compatta e ruvida.

Ottimo il mix con l’acqua del mare, ma anche da sola la sabbia promette la sua dose di benessere, soprattutto in caso di piccoli fastidi muscolari e osteoarticolari, reumatismi e contratture.
Le sabbiature sono davvero un toccasana contro questi dolori: è sufficiente coprire la parte interessata con un generoso strato di sabbia asciutta oppure coprirsi completamente, lasciando all’esterno collo e testa, e attendere una ventina di minuti. Meglio evitare le sabbiature, se si soffre di problemi di circolazione o di ipotensione.

Ma per stare bene a volte è sufficiente camminare a piedi nudi sulla sabbia: niente di più facile e, allo stesso tempo, di più efficace per mantenersi in buona salute. E’ un po’ come usufruire di una bicicletta naturale. Se passeggi lasciandoti sfiorare dalle onde, avrai due massaggi in uno: quello dell’acqua alle caviglie e quello della sabbia alle piante dei piedi. Proprio qui si trovano tutti i punti riflessi degli organi interni del corpo.

8.09.2011

Escursioni in montagna: le precauzioni da adottare

Cosa c’è di meglio, di più rigenerante e rinfrescante di una bella escursione in montagna, per godere appieno, lontano dall’afa e dallo smog cittadino, di tutto il benessere della natura?
Attenzione, però, non bisogna improvvisare quando si sceglie di avventurarsi tra i sentieri di montagna, ma organizzare il tutto per non correre inutili rischi.

Questo significa prima di tutto non avventurarsi in “imprese impossibili”, in percorsi non in linea con la propria esperienza, le proprie condizioni fisiche e le proprie capacità, scegliendo il sentiero che si intende percorrere in base al proprio allenamento, stabilendo prima della partenza la via da seguire, utilizzando una cartina e non percorrendo scorciatoie improvvisate.
Prima di partire, comunicare sempre al gestore dell’albergo o del rifugio la destinazione dell’escursione.
Per non rischiare di essere colti alla sprovvista del meteo, inoltre, meglio consultare sempre le previsioni del tempo, visto che in montagna le condizioni atmosferiche cambiano repentinamente.

Durante l’escursione in montagna, è bene portare nello zaino tutto l’occorrente per la giornata, senza esagerare, evitando una “zavorra” superflua. Non devono mancare: un ricambio (t-shirt, pantaloni lunghi, un paio di calze); un telefono cellulare, per chiamare aiuto in caso di difficoltà, una giacca a vento, un maglione e un paio di guanti, per far fronte alle basse temperature (meglio se in tessuti tecnici specifici per la montagna), acqua, per reintegrare i liquidi persi con la sudorazione e per evitare la disidratazione; un kit di pronto soccorso per i piccoli disturbi (come vesciche, piccole ferite ed escoriazioni, punture d'insetto); cappello, occhiali da sole, e crema solare a fattore di protezione elevato; macchina fotografica e binocolo, per osservare da vicino la fauna e la flora montana senza disturbare gli animali e senza correre rischi inutili.

Affrontare una camminata tra valli, salite e pendii significa bruciare calorie e fare attività fisica: per preparare bene l’organismo allo sforzo, meglio alimentarsi correttamente. È più utile fare piccoli pasti ravvicinati piuttosto che un unico pasto abbondante, che appesantisce. È importante, quindi, avere con sé snack energetici a base di zuccheri semplici, come una barretta di cioccolato e frutta secca: sono una fonte di energia da poter sfruttare velocemente senza richiedere digestione elaborata e occupano poco spazio nello zaino.

8.08.2011

Distorsioni alla caviglia: prevenzione e cura

Statistiche alla mano è il trauma più comune che può colpire la caviglia, la delicata articolazione, che permette il movimento del piede:
si tratta della distorsione, più comunemente nota come storta o slogatura.
Un disturbo frequente, un incidente che coinvolge direttamente le strutture che garantiscono la funzionalità dell’articolazione e che mantengono in posizione i capi articolari, cioè la capsula, il manicotto, che avvolge l’articolazione, e i legamenti articolari.

Quando si prende una storta, i legamenti vengono sottoposti a una trazione innaturale e allungati oltre i loro limiti. Non esiste un solo tipo di slogatura, ma tre gradi differenti, in base alla gravità del trauma: semplice, quando non lede le strutture dell’articolazione; seria, quando danneggia i legamenti; complessa, quando c’è anche una compromissione della struttura ossea.

La prevenzione di questa eventualità dolorosa è fatta, soprattutto, di attenzione, nei movimenti, nelle abitudini quotidiane e nell’allenamento: evitare sforzi eccessivi a carico dell’articolazione, senza la preparazione e il riscaldamento adeguati; scegliere scarpe comode e sicure per le caviglie, tacchi non troppo vertiginosi e cinturini non troppo stretti.

Il primo rimedio di pronto soccorso, utile contro gonfiore e dolore, in attesa della visita medica, è il ghiaccio, da applicare sulla caviglia.
Solitamente, se la distorsione è lieve, il medico immobilizza la caviglia con un bendaggio semirigido, che la protegge da movimenti o ulteriori traumi, da tenere, in base al decorso e alla gravità della lesione, da 7 a 20 giorni. Oggi esistono fasciature specifiche da fissare al piede con potenti magneti, che permettono di immobilizzare la caviglia e, grazie a una sorta di mascherina in gel da inserire all’interno dopo averla opportunamente raffreddata, allo stesso tempo aiutano a lenire gonfiore e dolore grazie alla terapia del freddo.

Per facilitare la guarigione occorre evitare di appoggiare il piede mentre si cammina ma tenere la caviglia sollevata il più possibile, per favorire il drenaggio dei liquidi e permettere che l’articolazione si sgonfi più velocemente. Per riacquisire la funzionalità dell’articolazione, possono essere utili sedute di fisioterapia.

8.05.2011

Eliminare la cellulite con il silicio

La sensibilità dei sistemi biologici e dei meccanismi regolatori endogeni è il frutto di numerosissimi, microscopici e delicati equilibri dinamici di regolazione biochimica e biofisica.
Nella genesi dei processi infiammatori (la cellulite ne è un esempio) non sono implicati fenomeni totalmente patologici, ma eventi che lo diventano quando i processi di regolazione non avvengono correttamente.

Nella pannicolopatia edematofibrosclerotica (nome scientifico che indica la cellulite), gli interscambi vascolo-cellulari perdono la loro integrità funzionale per colpa del ristagno di liquidi (ritenzione idrica) e di accumuli adiposi localizzati (grasso in eccesso nelle sedi colpite).
La migliore strategia terapeutica biodinamica deve mirare a contrastare la risposta infiammatoria, al ridimensionamento della compagine fibro-adiposa e al miglioramento dei flussi microcircolatori locali e del drenaggio linfatico.

Pertanto risulta vincente l’associazione di tecniche come l’intradermoterapia distrettuale con silicio organico, la lecilisi, l’adipoclasi osmotico-emulsiva.
Sono tutte procedure ambulatoriali non chirurgiche, che non richiedono anestesia, e che consentono la normale e immediata continuazione di tutte le attività sociali e interpersonali abituali (compresa la ginnastica). In particolare il silicio organico (Si-C) è un minerale altamente biodisponibile, con assoluta tollerabilità locale e generale, che può essere utilizzato singolarmente o in associazione ad antiossidanti, oligo-elementi e vitamine.
Molto ricchi di silicio al momento dell’embriogenesi, i tessuti connettivi (che costituiscono la nostra “impalcatura strutturale”) si approvvigionano in modo naturale durante la vita con riduzione degli apporti esogeni e dell’assorbimento intestinale. La diminuzione del tasso di silicio nel connettivo, è in parte responsabile della disorganizzazione architettonica di tale tessuto, che clinicamente si traduce nella perdità di funzione dei meccanismi di regolazione precedentemente citati.
Ripristinare buone concentrazioni di silicio significa apportare correttivi che potenziano la trama microvascolare con significativo miglioramento del quadro cellulitico.
Completano l’opera, con evidente perdita di centimetri, la lecilisi e l’adipoclasi, capaci di ridurre concretamente lo spessore del grasso localizzato accumulato. Ancora una volta, l’unione delle forze, in medicina, ci consente di arrivare ad un ambito traguardo: sconfiggere la cellulite e ritrovare arti inferiori agili, scattanti, ed esteticamente piacevoli.

Dott. Elena Guarneri
Medico Chirurgo

8.04.2011

I medicinali da portare in viaggio

Bagagli pronti, documenti di viaggio in mano e che la vacanza abbia inizio? Non ancora, per i più attenti alla prevenzione e alla salute, ogni viaggio che si rispetti dovrebbe avere il suo kit di farmaci e pronto soccorso.
Le persone che soffrono di malattie croniche, che necessitano di un trattamento farmacologico costante, devono partire muniti dei propri medicinali, completi di ricetta medica e indicazioni del medico curante, ma a scopo preventivo è sempre importante avere con sé un piccolo kit di primo soccorso.

Non possono mancare in valigia: cerotti di varie dimensioni, garze e pomata antisettica per medicare eventuali escoriazioni o lesioni; disinfettante (molto utili e pratiche le salviettine disinfettanti, soprattutto se si viaggia in aereo con il bagaglio a mano); repellenti per insetti, fondamentali se la meta del viaggio è un Paese dal clima caldo-umido; integratori salini preziosi per reintegrare i sali minerali persi con la sudorazione.

I farmaci da avere con sé, per affrontare le piccole emergenze e i possibili disturbi da viaggio, sono gli analgesici e gli antipiretici, utili per contrastare febbre, mal di testa e malessere, gli antidiarroici e i fermenti lattici, alleati indispensabili in caso di dissenteria e disturbi gastrointestinali e un eventuale medicinale per il mal di viaggio.

Le vacanze estive che prevedono una buona dose di esposizione solare, infine, necessitano di alcuni prodotti specifici, per preservare al meglio la salute della pelle: creme solari, con fattore di protezione adatto al proprio fototipo, lozioni doposole, per idratare a fondo la pelle, e pomate specifiche per scottature e ustioni, in caso di “incidenti di percorso” non previsti.

8.03.2011

La Sindrome da Jet Lag

Si chiama “Jet Lag Syndrome” o Sindrome da volo transmeridiano: il jet lag, insomma... che i frequentatori abituali degli aeroporti internazionali conoscono molto bene.
Si tratta del disturbo causato dallo spostamento molto rapido tra due luoghi che hanno un fuso orario diverso tra loro: questo provoca una alterazione del ritmo circadiano di sonno-veglia.

Maggiore è la distanza e lo scarto di ore, più evidente è la difficoltà dell'organismo ad adattarsi immediatamente al cambiamento. E' come se il nostro orologio interiore andasse “fuori sinc”: si trova de-sincronizzato rispetto all'orario che troverà a destinazione del viaggio, perché il volo aereo così veloce modifica le condizioni e il ritmo di buio e di luce a cui è abituato normalmente.

Di fatto, il Jet Lag è una reazione fisiologica del corpo a un fenomeno che naturale non è: viaggiare da un continente all'altro in sole 6/8 ore, se ci pensiamo, rappresenta una conquista molto recente della storia dell'uomo e, di certo, non si può dire che rientri nei parametri consentiti dalla natura per lo spostamento. Ed è un disturbo sempre più diffuso, visto che sempre più persone al mondo usano l'aereo per lunghi tratti.

La Sindrome da Jet Lag raggruppa dunque un insieme di sintomi di malessere: difficoltà ad addormentarsi e insonnia, difficoltà di concentrazione, affaticamento durante le ore di luce, irritabilità, una leggera sensazione di depressione, disturbi viscero-vegetativi (tachicardia, problemi intestinali eccetera).
Molto spesso, si manifesta dal secondo giorno in poi e dura 2/3 giorni (anche se nei viaggi verso est e nelle persone più sensibili può durare anche 6 o 7 giorni).
L'età è una variabile importante, perché più l'organismo è giovane e più è reattivo e capace, quindi, di adattarsi rapidamente ai cambiamenti, anche bruschi, di luce, tempo e spazio. Per questo motivo il Jet Lag - pur manifestandosi anche nelle persone giovani - diventa spesso un disturbo invalidante soprattutto per gli individui dai 50 anni in su.

Non c'è un rimedio al Jet Lag valido per tutti, perché la reazione ai viaggi transmeridiani è molto soggettiva. In generale, comunque, si consiglia di:
- se la permanenza nella nuova località è di lunga durata, lasciare che l'organismo si abitui naturalmente al nuovo ritmo luce-buio, finché non ci si trova di nuovo sincronizzati.
- se è necessario adattarsi subito al nuovo ritmo luce-buio invece può essere utile assumere - fin da quando si è in viaggio – la melatonina, che è un regolatore naturale del ritmo circadiano.
- cercate di dormire durante il volo, se all'arrivo vi attende la giornata piena. Al contrario, cercate di resistere al sonno anche se siete stanchi, se ciò che troverete all'arrivo è la notte.
- partite riposati. Il viaggio comporta stress fisico e mentale e se siete in forma, supererete meglio anche il malessere del Jet Lag.
- se possibile, cercate di anticipare il cambiamento di ritmo luce-buio anche prima del volo: fino a due giorni prima della partenza, spostate gradualmente gli orari di sonno e veglia per meglio adattarli a quelli che troverete nella località che vi attende.

8.02.2011

I benefici del beach volley

Estate, tempo di sole, mare, vacanze, spiaggia e, per gli amanti del genere, anche di beach volley, lo sport “da sabbia” più amato, da giovani e meno giovani.
E’ una variazione, in chiave estiva, della pallavolo tradizionale: gli sfidanti, solitamente in coppia o squadre composte da tre o quattro persone si sfidano, a colpi di bagher, schiacciate, battute e muri non sul consueto terreno duro della palestra, ma sulla soffice e rovente sabbia.
Divertente, competitivo, ottimo diversivo da spiaggia, il beach volley è perfetto come sport estivo, come alternativa alla più sedentaria giornata passata tra lettino e ombrellone.
E’ una vera e propria attività fisica “a 360°”, uno sport completo, che consente di allenare i principali distretti muscolari del corpo, dal collo, passando per le spalle, fino ai dorsali, gli addominali, glutei, cosce e polpacci, favorendone lo sviluppo armonico e la tonificazione.

L’effetto tonificante e rassodante, in particolare, garantisce risultati davvero ottimi sui muscoli degli arti inferiori, delle cosce, quadricipiti, dei polpacci e dei glutei, coinvolti in ogni azione, con o senza palla tra le mani, tra salti, corse, scatti e affondi.

Anche bicipiti e tricipiti non sono meno impegnati e sollecitati durante un match di beach volley: sono proprio loro, protagonisti di ogni movimento delle braccia, a consentire palleggi, schiacciate, bagher e batture.

Perfino i muscoli più insospettabili, non coinvolti direttamente, come quelli dorsali e addominali, svolgono un ruolo chiave per garantire la stabilità e l’equilibrio del giocatore sul terreno di gioco, decisamente poco regolare.

I muscoli si tonificano, la silhouette si definisce, ma non solo, salto dopo salto, palleggio dopo palleggio, anche il metabolismo può usufruire di una spinta davvero positiva.
Complici il campo “en plein air”, il caldo e il sole, la sudorazione aumenta e le calorie si bruciano: il beach volley è un toccasana per smaltire qualche chilo di troppo, divertendosi.

8.01.2011

I rimedi alle punture d'insetto

E’ lunga la lista dei possibili ospiti “indesiderati” delle giornate e delle serate estive, che comprende le famose, quanto fastidiose, zanzare, ma anche api, vespe e calabroni.
Se l’animaletto estivo ronzante per eccellenza, la zanzara, colpisce, lasciando sulla pelle pomfi arrossati e pruriginosi, è possibile usare i prodotti specifici per alleviare il prurito, disponibili in varie formulazioni, stick, crema o gel, oppure affidarsi al vecchio rimedio della nonna, tamponando la puntura con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua fredda.

Quando i colpevoli della puntura sono api, vespe o calabroni, il dolore è decisamente più lancinante e pungente, la lesione provocata dall’incontro-scontro con il pungiglione di questi insetti è gonfia e arrossata. Per individuare con precisione il piccolo volatile responsabile, basta osservare la puntura: se è visibile un puntino nero, si tratta dell’ape, che ha lasciato il pungiglione, mentre se è il calabrone a colpire, oltre alla manifestazione cutanea, possono comparire anche altri sintomi generali, legati all’abbondante quota di veleno (non pericoloso) iniettato, come malessere, vomito, febbre e mal di testa.

Se api, vespe o calabroni pungono un soggetto allergico, con punture multiple, in zone del corpo considerate a rischio (per esempio, la bocca, dove una puntura può interferire con la funzione respiratoria) o se compaiono disturbi generalizzati importanti e persistenti, è necessario rivolgersi al pronto soccorso.

Negli altri casi, meno gravi, se la puntura è d’ape, con la mani pulite e l’aiuto di una pinzetta o di un ago (sterilizzati con una fiamma) si può togliere il pungiglione.
Contro gonfiori, fastidi e dolori, si possono applicare creme e gel specifici o la borsa del ghiaccio sulla puntura.
Ottime alleate, per attenuare gonfiori, arrossamenti, dolori e pruriti da puntura di insetti, creme a base di calendula e malva, dalle proprietà lenitive, antinfiammatorie e calmanti.
Efficace è la termoterapia da farsi con gli appositi dispositivi che riscaldano la puntura per rendere inefficace il veleno della puntura e lenire così il prurito accellerando la guarigione.