7.29.2011

La ginnastica in spiaggia

E' una forma già diffusa di fitness all'aria aperta. E un'occasione in più per divertirsi e, al tempo stesso, mantenere o completare la giusta forma fisica.
La ginnastica in spiaggia entra a pieno titolo nelle forme di divertimento e fitness all'aria aperta, per fare una vacanza “attiva” e godere della sensazione positiva del movimento, del contatto con la sabbia e dell'energia del sole sulla pelle.
Ecco dunque un breve programma di esercizi, da fare nelle ore più fresche della giornata, al mattino fino alle 10 o nel tardo pomeriggio dopo le 18, con movimenti lenti e senza affaticamento eccessivo. Se durante l’anno non fate abitualmente attività fisica, fate meno ripetizioni dei movimenti per non arrivare mai ad avere il “fiatone”.

- Esercizio 1
Sdraiati sulla sabbia a pancia in su con le gambe piegate, i piedi a terra e le braccia lungo i fianchi. Tenete tra le gambe un asciugamano arrotolato. Stringete forte l’asciugamano e mantenete la contrazione per trenta secondi. Ripetete tre volte. Questo esercizio serve a tonificare i muscoli dell'interno coscia.
- Esercizio 2
Sedute sull’asciugamano, le mani incrociate dietro la nuca e le gambe leggermente piegate. Spingete il mento verso il petto in modo da sentire la schiena stirarsi. Poi tornate su con la testa e rilassate. Fate 2 serie da dieci, per sciogliere le tensioni nei muscoli del collo e della schiena.
- Esercizio 3
Seduti sul bordo di una sdraio, appoggiandovi con le mani; le gambe sono piegate e le ginocchia unite, la schiena ben dritta: in questa posizione, facendo leva sulle braccia, avvicinate le ginocchia al petto, mantenendo il busto eretto e senza eccessivo sforzo. Fate 2 serie da dieci, per tonificare i muscoli addominali. Assicuratevi prima di fare l'esercizio che la sdraio sia ben posizionata.
- Esercizio 4
Di nuovo sdraiati sull'asciugamano a pancia in su. Tirate su la gamba destra e portatela fino al petto, afferrando il ginocchio con le mani. Rimanete in questa posizione per 10 secondi, poi riportate la gamba distesa a terra. Ripetete il movimento 10 volte con una gamba e poi con l'altra. Fate 2 serie, in modo da tonificare i glutei e rilassare i muscoli della zona lombare e delle anche.
- Esercizio 5
In piedi sulla spiaggia o sul bagnasciuga, con le gambe unite. Con le braccia incrociate al petto, fate un passo in avanti sprofondando leggermente con il piede nella sabbia: il bacino deve essere bene in avanti, il collo rilassato e la schiena non inarcata. Piegate quindi le gambe fino a che il ginocchio della gamba posteriore non arriva quasi a sfiorare il suolo. Poi tornate nella posizione di partenza. Ripetete il movimento otto volte, poi cambiate gamba. Fare 2 serie, per tonificare i muscoli delle gambe.
- Esercizio 6
Sempre in piedi, con le gambe leggermente divaricate e le braccia dritte in alto. Tra le mani tenete un asciugamano, ripiegato e teso. Le braccia devono essere sulla stessa linea verticale delle spalle, non divaricate di più. Sempre con le braccia tese e facendo molta attenzione a non inarcare la schiena, piegatevi lentamente con il busto verso destra; poi, altrettanto lentamente, tornate al centro e ripiegate verso sinistra. Ripetete 10 volte, per ogni lato. E' molto importante fare questo movimenti – che rafforza le braccia, il torace e scioglie le tensioni della colonna vertebrale – con molta lentezza

7.28.2011

Sudore: tutto quello che c’è da sapere sui deodoranti

Sono di tanti tipi, di diverso formato, fragranza e categorie... E sono un accessorio indispensabile per chi desidera trascorrere l'estate in piena libertà e senza motivi di imbarazzo.
I deodoranti servono a evitare la formazione di odori sgradevoli del corpo e, almeno alcuni di essi, a limitare la sudorazione.
Ed è bene ricordare che non è il sudore del corpo, in sé, a provocare il cattivo odore ma piuttosto la proliferazione dei batteri che avviene nelle zone – come le ascelle – dove si concentrano maggiormente le ghiandole sudoripare.

Ma non tutti i deodoranti sono uguali.
Gii antitraspiranti, che contengono sali di alluminio e zinco, per bloccare parzialmente i pori delle ghiandole sudoripare, hanno un’azione “astringente” che limita la produzione di sudore. Sono consigliati per chi suda in modo molto abbondante.
Gli antibatterici, invece, limitano la proliferazione dei batteri nelle zone di sudorazione e contengono antisettici. Molto spesso contengono antibatterici naturali come lavanda, rosmarino o limone. Sono molto indicati se il sudore ha un odore particolarmente “fastidioso”.

Esistono anche deodoranti coprenti, che contengono fragranze profumate. Coprono gli odori, ma non li eliminano: da soli quindi spesso non sono sufficienti, soprattutto lungo tutto l'arco della giornata. La loro durata infatti si estingue nel giro di alcune ore. E' dunque consigliato – se si amano le profumazioni – abbinarli a qualche altro prodotto, magari a un deodorante in crema privo di fragranza.

Gli assorbenti, infine, contengono sostanze come l'ossido di zinco e il calcio, la cui azione è di “legarsi” alle sostanze di degradazione del sudore, che provocano cattivo odore, e neutralizzarle. Ma non combattono i batteri e non limitano la sudorazione. La maggior parte è a base di sostanze naturali, quindi sono molto indicati per le pelli particolarmente delicate.

Un’ultima distinzione riguarda il formato: le formulazioni in stick, crema e roll-on sono tutte molto pratiche perché concentrate, si applicano solo sulla zona interessata e sono di dimensioni ridotte, facili da portare ovunque, molto utili dunque in vacanza. Gli stick sono deodoranti solidi e di facile applicazione, ma bisogna fare attenzione a stenderli in modo uniforme. I roll-on invece sono in formulazione liquida, più facile da distribuire. I deodoranti in crema hanno, infine, una durata maggiore alla media, non sono profumati e sono molto delicati per la pelle.

Gli spray, invece, si spruzzano direttamente sulla zona interessata e danno una piacevole sensazione di freschezza. Non venendo direttamente a contatto, ogni volta, con la pelle sono in generale più “igienici” dei roll-on e degli stick; ma sono un po' meno pratici se si viaggia, perché di solito sono più grandi.

7.27.2011

La ginnastica pelvica

Il parto naturale, la menopausa o semplicemente la costituzione fisica sono tra le cause più diffuse di rilassamento del pavimento pelvico,
ossia quell'insieme di muscoli che va dalla vagina all'ano e che chiude la cavità addominale in basso.
Il rilassamento del pavimento pelvico è un problema molto diffuso tra le donne, ma non tutte sanno che si può trarre grande giovamento dalla ginnastica.
Pochi esercizi di riabilitazione muscolare, se fatti nel modo giusto e regolarmente, consentono di prevenire e anche di rimediare in modo efficace al rilassamento e ai disturbi che comporta: l'incontinenza urinaria (riescono a migliorare fino al 70% dei casi) e il prolasso.

La ginnastica si basa su esercizi che richiedono di contrarre ripetutamente i muscoli del pavimento pelvico, in modo da aumentare gradualmente la loro tonicità e renderli quindi più efficienti, a riposo e sotto sforzo.
Questi muscoli sostengono tutti gli organi pelvici: cioè utero, vescica, uretra, retto.
Rinforzarli è utile anche contro problemi di tipo sessuale, sia femminili sia maschili, come vaginismo, eiaculazione precoce e disfunzione di erezione.

E' importante sapere che non è mai troppo presto per iniziare a fare questi esercizi. Come tutti i muscoli, anche il pavimento pelvico ha bisogno di essere tenuto in allenamento per conservare elasticità e i piccoli problemi di incontinenza (magari con un colpo di tosse o una risata) possono comparire anche dai 30 anni in poi. Meglio prevenire dunque. Vediamo cosa bisogna fare.

Il primo passo è saper riconoscere qual è la muscolatura interessata: è un semplice esercizio di “pipì-stop”. Interrompete il flusso di urina per 3-5 secondi e poi riprendete per 8/10 secondi; interrompete di nuovo e riprendete... e così via. Fatelo almeno 5 volte al giorno. I muscoli che contraete sono quelli perineali. Ma fate attenzione a non contrarre i muscoli dell'addome o delle natiche. Se siete in dubbio, il ginecologo saprà aiutarvi a distinguerli, poggiando semplicemente una mano sulla pancia e l'altra sulla natica.

Il pipì-stop è già un esercizio molto utile, ma vediamone altri:
- mettetevi sdraiate sulla pancia. Le braccia sono in posizione come se doveste fare delle flessioni: facendo forza sulle mani, sollevate la parte superiore del corpo fino al bacino. Mantenete questa posizione, rilasciando a peso morto bacino e gambe. E' un esercizio di allungamento dei muscoli del bacino e di quelli pelvici e dorsali.

- in piedi, con le gambe leggermente divaricate. Respirate profondamente e rilassatevi: fate attenzione a non contrarre i muscoli addominali, a non trattenere il respiro e a non contrarre i glutei (mettete le mani sui glutei, per tenerli sotto controllo). Quindi irrigidite i muscoli perineali per 5 secondi (è come se doveste sollevare ano, vagina e uretra verso l'alto), poi rilassate completamente (almeno 10 secondi) e poi contraete di nuovo. Fatelo per 10 serie, almeno 3 volte al giorno. Con l'allenamento, sarete poi in grado di aumentare le pause di contrazione muscolare fino a 7,8, 10 secondi.

Lo stesso esercizio può essere fatto ripetendo le contrazioni muscolari molto velocemente, per 8-10 volte.

7.25.2011

Il mare ti fa bella

Estate significa, per la maggior parte dei vacanzieri italiani, mare, sole, relax, ma anche benessere: l’acqua salata, i raggi del sole, l’aria ricca di ossigeno sono i principali ingredienti del “cocktail” estivo che assicura benefici inaspettati, per la pelle e la linea.

La protagonista indiscussa dell’accoppiata vincente mare e benessere è proprio l’acqua salata: una vera miniera di sostanze preziose per la salute e la bellezza di tutto l’organismo, che può vantare ben 92 elementi essenziali alla vita.
E’ lungo l’elenco degli “ingredienti” dell’acqua marina alleati della bellezza, dallo zolfo, al magnesio fino al fosforo, ai sali, al calcio e al magnesio, che stimolano le funzioni cellulari.
I sali minerali, come il sodio e il potassio, stimolano la circolazione sanguigna, favoriscono la diuresi e, di conseguenza, contrastano la ritenzione idrica e la formazione della cellulite.

La lista dei pregi dell’acqua di mare non si ferma al suo contenuto, anche la sua “azione” diretta sul corpo non è da sottovalutare. Infatti, il movimento sinuoso delle sue onde garantisce un massaggio “low cost” dai risultati davvero sorprendenti, grazie all’eccezionale densità salina dell’acqua (il 35 per mille) soprattutto in termini di tonificazione, drenaggio e dimagrimento. Immergere il corpo nel mare, farsi coccolare e abbracciare dalle sue onde saline significa dare la spinta giusta ai liquidi e ai cuscinetti adiposi, stimolando positivamente il drenaggio dei primi e l’eliminazione dei secondi, soprattutto nei punti più critici per la silhouette, come fianchi, cosce e glutei.

Il sale contenuto in abbondanza nell’acqua marina è un ottimo drenante, ma anche esfoliante, tonico e ammorbidente, in grado di donare alla pelle nuova lucentezza e di favorire l’eliminazione di tossine e cellule morte.
Per un peeling fai da te sul bagnasciuga, a costo zero, ma dal potere rigenerante assicurato, si può mescolare una manciata di sabbia con qualche goccia di acqua di mare, da spalmare con movimenti circolari dall’alto verso il basso su tutto il corpo e poi risciacquare con un tuffo in mare.

7.22.2011

Lunghi viaggi in auto, come affrontarli

In previsione di un lungo viaggio in auto è bene sapere quali regole seguire per garantire a se stessi e ai propri cari la massima sicurezza, tranquillità e benessere.
Ecco allora qualche consiglio su come affrontarlo.

Bisogna partire riposati: quindi è necessario aver dormito a sufficienza prima di affrontare un lungo viaggio alla guida di un'auto. Durante il tragitto è importante fare delle pause, per non affaticarsi eccessivamente e per poter “staccare” la propria attenzione: ogni due ore, è consigliato fare una sosta di almeno 10-15 minuti a un'area di servizio.
Questo consente di sgranchirsi le gambe e muoversi; di bere a sufficienza (l'idratazione è molto importante, soprattutto d'estate, per rimanere attenti e lucidi), per fare uno spuntino.
Se in qualsiasi momento si avverte il peso della stanchezza, infine, è bene fare un cambio di guidatore o, se non è possibile, fermarsi (anche in una piazzola) e concedersi una pausa, finché non ci si sente di nuovo perfettamente vigili.

La posizione al volante deve essere comoda, per consentire di guidare senza sforzo: più la posizione è confortevole, meno ci si stanca a guidare. Il sedile non deve essere troppo dritto, ma nemmeno eccessivamente reclinato, per non guidare “sdraiati”; la schiena deve aderire allo schienale, dalla zona lombare alle spalle.
Per regolare la giusta distanza tra sedile e volante, viene sempre consigliato un semplice trucco: state con la schiena ben aderente al sedile e stendete le braccia, in modo che la parte interna dei polsi appoggi sulla parte superiore del volante. Se non dovete staccare la schiena dallo schienale, siete alla giusta distanza. Da questa posizione, potete spostare le mani alle “9 e un quarto”: è il modo corretto di impugnare il volante e avere la massima manovrabilità.
Regolate nel modo giusto gli specchietti laterali e il retrovisore, all'altezza esatta per i vostri occhi: altrimenti sarete costretti a movimenti e posture scorrette che, nel corso delle ore, vi affaticheranno di più.

Per mantenere la postura corretta della colonna vertebrale, di fronte a un lungo viaggio, sono molto utili anche gli appositi cuscini per la schiena pensati per chi svolge lavori molto sedentari o, appunto, per chi sta tanto in macchina.
Garantiscono una posizione confortevole e naturale: sono ideati in modo da alleviare la pressione sui dischi vertebrali della colonna, evitando così l'insorgere di mal di schiena e male al collo e prevenendo posture scorrette.

E' consigliato non mettersi al volante dopo un pasto completo e abbondante, soprattutto se si deve guidare per molte ore. Durante un lungo viaggio è molto meglio fare numerosi spuntini leggeri piuttosto che tirare fino all'ora di pranzo o cena e poi abbuffarsi in un autogrill.
Evitate tutti i cibi che richiedono una digestione “difficile”.
Bevete bevande fresche ma non ghiacciate. Evitate, naturalmente, di bere alcolici (anche leggeri) che possono provocare sonnolenza e rallentare i riflessi e la capacità di attenzione.
Buon viaggio!

7.21.2011

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7.20.2011

Massaggi abusivi in spiaggia? No grazie!

L'ordinanza che vieta i massaggi in spiaggia è in vigore già da alcuni anni, per decisione del ministero della Salute.
Ma il provvedimento – che vieta questa attività a qualsiasi titolo sulle spiagge, come luogo non adeguato - non ha in realtà bloccato del tutto il fenomeno. E anche questa estate, sulle coste italiane, si ripropone per i vacanzieri l'offerta di un massaggio rilassante e a poco prezzo. Allettante? Forse sì, ma di sicuro potenzialmente rischiosa.

Il contatto delle mani sulla pelle di diverse persone non favorisce la corretta igiene. La spiaggia non consente di avere a disposizione in ogni momento acqua e sapone.
E sotto il sole (o anche sotto l'ombrellone) si suda normalmente molto di più del solito. Questo significa che le mani del massaggiatore, involontariamente, possono essere veicolo di infezioni della pelle.
In spiaggia, con un'attività abusiva praticata in modo ambulante, non ci può essere vero controllo sui prodotti emollienti usati dai massaggiatori.
Oli profumati e pomate varie potrebbero scatenare una reazione allergica della pelle: a causa di eventuali sostanze irritanti contenute nel prodotto o magari a causa di un prodotto scaduto. Bisogna tener presente inoltre che in spiaggia la pelle si irrita più facilmente, perché è già sollecitata dal sole, dal mare e dalla sabbia.

Nel caso dei massaggiatori abusivi, la loro preparazione tecnica non è verificabile. E anche se si tratta soltanto di un massaggio rilassante e “leggero” - che non comporta particolari manipolazioni - un massaggiatore non preparato tecnicamente può, senza volerlo, provocare delle complicanze in caso di disturbi osteoarticolari, come un’ernia del disco. Le controindicazioni sono particolarmente serie per le persone anziane e per le donne in menopausa: chi soffre di fragilità ossea a causa dell'osteoporosi rischia di avere un serio danno, invece di un beneficio, da un massaggio “fai da te”.

7.18.2011

Mantenersi in forma con il pancione

Quando la gravidanza procede bene e la futura mamma è in salute, praticare una leggera attività fisica non solo è possibile ma è raccomandato:
aiuta a mantenere una buona attività cardiovascolare, attiva la muscolatura e stimola la circolazione del sangue, aumenta l'ossigenazione dell'organismo e la capacità respiratoria, riduce i disturbi del sonno, migliora in generale il tono dell'umore... insomma, permette di arrivare al parto in forma ottimale!

Ci sono però due premesse importanti da rispettare: prima di iniziare un’attività fisica in gravidanza, per quanto leggera, è opportuno chiedere sempre il parere del ginecologo curante, che conosce le vostre condizioni fisiche e vi sa consigliare al meglio. E qualsiasi attività si scelga, è opportuno praticarla con moderazione e senza sforzi: in particolare, se fino a quel momento non siete state delle accanite “sportive” ma, al contrario, abbastanza sedentarie.

Tra le attività più consigliate ci sono sicuramente il nuoto, lo yoga e le camminate.
È consentito praticare nuoto fino a gravidanza inoltrata, ovviamente sempre con le dovute precauzioni, puntando a uno svolgimento regolare ma moderato. è particolarmente consigliato in gravidanza perché in acqua si riduce la forza di gravità: il peso del corpo, dunque, grava meno sulla colonna vertebrale e su tutto l’apparato muscolo-scheletrico. Nuotare è molto indicato anche perché la pressione idrostatica favorisce il ritorno della circolazione venosa e combatte la ritenzione dei liquidi. Gli stessi vantaggi sono offerti dai corsi di acqua-gym dedicati alle donne incinte.

Lo Yoga è consigliato in gravidanza perché è una disciplina che unisce attività fisica dolce ed esercizi di respirazione profonda e perché aiuta a maturare una crescente consapevolezza del proprio corpo che cambia.
Le posizioni dello Yoga (Asana) – che vengono selezionate a seconda della fase della gravidanza – migliorano complessivamente il benessere dell’organismo, contrastando tutti i disturbi tipici dell’attesa come nausea, stanchezza, pesantezza e gonfiori alle gambe. Alcune posture, inoltre, rafforzano specificatamente la tonicità dei muscoli pelvici e della schiena.
Le tecniche della respirazione (Pranayama) aumentano invece l’ossigenazione dell’organismo e la capacità respiratoria, diminuiscono gli stati di tensione e di stress. La pratica assidua di questa disciplina dolce – sotto la guida di un insegnante esperto – induce anche a correggere eventuali errori di postura che, per natura, tende a cambiare in gravidanza per via del peso della pancia: si impara dunque a poggiare meglio il proprio peso, a non assumere posture sbagliate, a essere sempre “in asse”.

Camminare, infine, fa sempre bene, anche in gravidanza, purché si eviti lo sforzo eccessivo: l’ideale è farlo per circa 30 minuti tutti i giorni, senza salite o discese troppo marcate, preferibilmente in una zona con poco traffico, priva dunque di inquinamento e di rumore, oppure sul tapis-roulant della palestra, ma con un programma specifico che sia adeguato alle vostre forze e allo stadio della gravidanza.
Tutte queste attività si possono associare senza problemi ai corsi di ginnastica pre-parto che vengono fatti nelle palestre e in molti consultori.

7.15.2011

L’arma vincente per eliminare le adiposità superflue: intralipoterapia con AQUALYX

Il tessuto adiposo superfluo è una minaccia non soltanto per la bellezza e l’armonia corporea ma anche per la salute,
perché appesantisce i movimenti, e sottopone a sforzi deleteri le articolazioni, ma soprattutto, quando molto imponente, ostacola il lavoro di tutti gli organi nobili come cuore, polmoni, fegato e reni.
E’ indispensabile non perdere tempo e sfruttare i mesi che anticipano l’arrivo dell’estate per eliminare drasticamente, una volta per tutte, questi depositi di grasso che, magari da anni, costituiscono anche motivo di disagio psicologico e di mancata accettazione di sé, oltre che danno per l’immagine ed il benessere fisico.
L’intralipoterapia con Aqualyx rappresenta la più innovativa, rapida ed efficace tecnica in grado di eliminare stabilmente gli accumuli di grasso senza i rischi e le possibili complicanze di una liposcultura.

Si tratta propriamente di una liposcultura chimica e non chirurgica in grado di agire sul numero degli adipociti (cellule del tessuto grasso) e non sul loro volume, così da essere a tutti gli effetti un trattamento definitivo.
Le cellule adipose infatti, hanno la prerogativa di poter diminuire od aumentare di dimensione, ma non hanno proprietà rigenerativa (ossia non si ricostituirsi), pertanto una volta eliminate, non sono in grado di riformarsi.
Esiste un vero e proprio protocollo razionale in ambito scientifico per l’utilizzo di questa soluzione lipolitica finalizzato alla riduzione, mediante adipocitolisi, (scioglimento delle cellule di tessuto grasso) dello spessore del pannicolo adiposo in aree corporee ben definite (glutei, fianchi, addome, polpacci, sottomento, braccia, caviglie, ginecomastia).

Le sedute di terapia, totalmente indolori, non richiedono anestesia e si eseguono ambulatorialmente, in genere con cadenza quindicinale, solo per mano di medico esperto nella procedura, consentono la ripresa immediata delle attività abituali del paziente (sociali, relazionali, lavorative, sportive).
I risultati sono apprezzabili già nell’arco delle prime settimane e progrediscono ulteriormente con la prosecuzione delle sedute di trattamento terapeutico lipolitico.
La lotta contro il grasso in esubero ha oggi un’arma davvero vincente, offerta dal progresso in medicina, che non si ferma mai, alla ricerca di sempre più efficaci soluzioni, in assenza di pericoli per la nostra salute.

DOTT. ELENA GUARNERI, Medico Chirurgo

7.14.2011

Raggi del sole: “occhio” al riverbero!

Il riverbero è un fenomeno a cui si presta poca considerazione, ma è un errore, perché può causare notevoli problemi: non solo il maggior rischio di scottature alla pelle, ma anche e soprattutto rischi per gli occhi e per la vista.
Il riverbero di luce si crea dal riflesso dei raggi solari sulle superfici riflettenti, che producono una luminosità particolarmente intensa, come un bagliore.
Le principali superfici a rischio sono ovviamente l'acqua e la neve, che arrivano a riflettere fino all'80% della radiazione solare: ma pochi sanno, per esempio, che i raggi solari si riflettono anche sulla sabbia, che crea un riverbero di circa il 20%.
Il riverbero è “nemico” degli occhi perché crea all'interno del campo visivo un punto luminoso molto più intenso rispetto alla quantità di luce a cui l'occhio è abituato. Questo provoca affaticamento e disturbi visivi: in molte condizioni diverse all'aria aperta e soprattutto d'estate oppure in alta montagna, senza che ce ne rendiamo conto, i nostri occhi sono sottoposti a una luce 10-12 volte superiore a quella consigliata.

Un altro particolare poco conosciuto è che ci sono almeno 4 tipi di riverbero di luce, che producono gradi diversi di fastidio visivo. Si distinguono infatti:
1- il riverbero distraente, quando la luce viene riflessa dalla superficie della lente o all'interno della lente stessa. Può essere provocato dalla luce dei semafori, dall'illuminazione notturna o dai fari dell'automobile. Questo tipo di riverbero può affaticare gli occhi, provocare fastidio e distrarre la vista;
2- il riverbero fastidioso, quando c'è un repentino cambio di condizioni luminose a cui l'occhio fatica ad abituarsi. Può essere provocato da molte situazioni diurne: un esempio lampante è il passaggio veloce dal buio alla luce quando si esce da una galleria, ma in realtà questo riverbero può essere fastidioso anche in condizioni meno estreme – a ogni livello di intensità di luce e di condizioni climatiche, anche con il cielo nuvoloso – a seconda della sensibilità individuale degli occhi. Anche questo provoca disagio e affaticamento visivo;
3- il riverbero invalidante, quando l'intensità della luce è estrema, eccessiva e provoca quindi un blocco momentaneo della capacità visiva, un vero e proprio deficit della vista, seppure temporaneo. Questo avviene perché la luce molto intensa fa sì che gli oggetti abbiano un contrasto molto inferiore al normale, quando si forma la loro immagine sulla retina. Il riverbero invalidante si avverte di frequente, per esempio, quando si incrociano i fari di un'auto di notte;
4- il riverbero accecante, infine, quando la luce viene riflessa da superfici lisce e brillanti come l'acqua, la neve, il ghiaccio: in questi casi, la combinazione di luce intensa e riflessi crea bagliori che possono “accecare” momentaneamente. E a parte l'effetto immediato, sottoporre gli occhi a lungo al riverbero accecante – per esempio sui campi da sci – può causare infiammazioni all'occhio, danni alla cornea e persino alla retina, nei casi più gravi anche la maculopatia fototraumatica.

L'unico modo per difendere la vista dal riverbero è usare lenti scure adeguate – ovviamente a norma di legge con il marchio CE – e antiriflesso, in grado di ridurre l'intensità della luce: i filtri base sono di 5 tipi e a partire dalla categoria 3 sono in grado di schermare anche i raggi UV. Ottimali contro gli effetti negativi del riverbero sono le lenti polarizzate, create appositamente per ripararsi dalle luci riflesse dell'acqua, del ghiaccio e della neve.
E a tutti coloro che praticano sport regolarmente su queste superfici riflettenti - sci, alpinismo, ma anche wind-surf, vela eccetera – sono consigliate lenti polarizzate su occhiali a forma ergonomica, che aderiscono al viso e non lasciano filtrare né raggi solari né polvere né vento.

7.11.2011

Paura di volare: come combatterla

Si chiama aerofobia: è la paura di volare e colpisce circa il 50% degli italiani che giornalmente si devono spostare in aereo per esigenze di lavoro o famiglia.
Come tutte le fobie, è molto difficile da controllare e influisce molto negativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre: sudorazione eccessiva, tachicardia, nausea, ansia, angoscia e sensazione di disastro imminente... Si manifestano in un crescendo può scaturire, nei casi peggiori, in un attacco di panico, e scompaiono soltanto quando la persona in questione ha rimesso i piedi sulla terra.

L'aereo, statisticamente, è il mezzo di trasporto più sicuro al mondo. Ma questo pensiero non aiuta, perché la fobia di volare non è razionale ed è inutile provare a combatterla dicendosi “non ho ragione di...”. Le paure di questo tipo non conoscono ragione. Che fare allora?

Capire. Il primo passo per sconfiggere una fobia è capire da dove nasce. Quindi con calma, pazienza e magari facendosi assistere da un terapeuta, è utile cercare di ragionare su che cosa si nasconde dietro il panico che assale in aereo, quali sono i meccanismi mentali (per esempio la difficoltà ad abbandonarsi o la paura di non avere via d'uscita o di non avere il controllo delle cose) che scatenano la fobia.

Farsi accompagnare. Tutte le volte che è possibile, chiedete a un familiare o a un amico di accompagnarvi in volo. E parlate con lui o con lei durante il viaggio. La presenza rassicurante di una persona cara, seduta vicino, aiuta a lenire l'ansia: in questo modo, volo dopo volo, potreste imparare a gestirla.

Arrivare sempre con anticipo in aeroporto. Questa è una buona regola per provare a familiarizzare con il luogo e magari anche con gli altri passeggeri, con i quali è sempre utile chiacchierare – durante il volo – per distrarsi e scaricare la tensione.

Cercare le distrazioni “giuste”. Non sempre si riesce, perché l'angoscia prende il sopravvento. Ma ad ogni volo cercate di selezionare qualcosa con cui distrarvi: un libro molto interessante che state leggendo, un lettore con la musica preferita o un film che per voi è particolarmente coinvolgente... possono essere di aiuto.

Aiutarsi con cure “dolci”.
Solo un medico specialista può consigliare, eventualmente, l'assunzione di farmaci calmanti per scongiurare un attacco di panico in aereo. Ma prima di questo si può provare con rimedi naturali. I Fiori di Bach, per esempio, vengono indicati per l'ansia, la sensazione di non sostenere lo stress e la paura vera e propria. E' bene, per quanto si tratti di medicina dolce, chiedere il consiglio del naturopata per sapere quali Fiori di Bach sono più adeguati, in che quantità, quando e in che modo assumerli. Anche la valeriana può essere efficace, presa magari dal giorno prima della partenza, per alleviare il senso di ansia.

Avvertire il personale di bordo della vostra paura. A volte non è piacevole né facile confessare ad estranei la propria ansia, ma almeno - in caso di un attacco particolarmente forte di panico – le hostess sapranno come aiutarvi.

Un ultimo consiglio: sedetevi sempre nei posti interni dell'aereo: essere accanto al finestrino e guardare fuori non aiuta a gestire la paura.

7.08.2011

De-Make Up in 5 mosse! Ovvero, la corretta pulizia del viso

Struccarsi prima di andare a dormire: un gesto banale, ma molto importante. E se volete che la vostra pelle rimanga bella e luminosa dovete farlo diventare un gesto “automatico”,
da non dimenticare neanche nelle serate in cui siete più stanche o più pigre, nemmeno se siete appena tornate all'alba dopo una notte di festa...
E quest'abitudine non serve solo a chi si trucca: con o senza make-up, alla fine di una giornata è essenziale che il viso sia ripulito dalle impurità. Altrimenti la pelle ne risente e nel tempo diventa spessa, opaca, impura, e con un colorito spento.
La parola d'ordine, dunque, è “costanza”: bisogna farlo sempre e farlo bene.

5 mosse per struccarsi come si deve, che non vi ruberanno più di 5 minuti!


1) Gli occhi richiedono un prodotto “ad hoc” più delicato e specifico dello struccante per il viso. Imbevete un dischetto di cotone e passatelo sugli occhi delicatamente, più volte, con un movimento che va da sotto le sopracciglia verso lo zigomo: in questo modo, dall'alto verso il basso, rimuovete bene il mascara ed evitate di staccare o danneggiare le ciglia.

2) Passate ora al viso. Se usate il latte detergente, applicatelo con le mani direttamente sulla pelle del viso, massaggiate qualche secondo in modo da distribuirlo su tutta la pelle e infine toglietelo dal viso con dischetti o batuffoli di cotone, partendo dal centro del viso verso l'esterno.
Non applicate il latte detergente direttamente sul cotone, non picchiettatelo sul viso: altrimenti lascerete tutte le impurità sulla pelle.
Se usate un detergente viso applicatelo e massaggiate con movimenti rotatori.

3) Una volta rimosso il prodotto con i dischetti, sciacquate la faccia con abbondante acqua tiepida per togliere anche gli ultimi residui.

4) Dopo la pulizia – che sia con latte detergente o con qualsiasi altro prodotto a risciacquo – è essenziale usare il tonico, che ricostituisce il Ph della pelle e le ridona luminosità.
Imbevete un batuffolo o un dischetto di cotone con il tonico e picchiettatelo sul viso delicatamente, passando più volte su ogni parte, oppure versatene una piccola quantità sul palmo e stendetelo e picchiettate direttamente con le mani.
Restituirete così alla pelle ciò che è stato “tolto” con la pulizia, rigenerando il film idrolipidico superficiale.

5) Quando la pelle è ormai completamente asciutta, mettete una buona crema idratante adatta al vostro tipo di pelle, per nutrire l'epidermide.
Non bisogna mai dimenticare quest'ultimo passaggio: durante le ore notturne la pelle si distende e ha bisogno di particolare nutrimento. Spalmatela con attenzione, con piccoli movimenti circolari dall'interno verso l'esterno e non dimenticate il collo.

7.07.2011

Rimedi naturali per scottature solari

Siamo all'inizio dell'estate può capitare di procurarsi qualche scottatura solare soprattutte con le prime esposizioni. 
Chi si dimentica la crema protettiva, chi non la usa contando sulla resistenza della propria pelle, chi si fa ingannare da una giornata calda ma coperta di nuvole... Le occasioni sono diverse e fin troppo facili e ci si ritrova la sera con la pelle arrossata, accaldata e dolorante, a volte persino con piccole vesciche e qualche linea di febbre.
Ecco alcuni semplici rimedi offerti dalla natura che danno grande sollievo alla pelle scottata dal sole.

L'aloe vera è la prima “soluzione” naturale alle scottature. E' ideale per lenire l'irritazione cutanea provocata da un'eccessiva esposizione al sole: non a caso, questa pianta viene usata fin dai tempi più antichi per le sue proprietà cicatrizzanti, antinfiammatorie e lenitive.
Il gel di aloe viene ricavato dalla polpa delle foglie dell'aloe vera, che è la varietà di aloe più diffusa e più usata a scopo medico-cosmetico. Oltre ai prodotti in commercio, in realtà il gel di aloe si può ricavare anche da soli, se si ha la pianta: basta spezzare una delle foglie e spalmare il liquido che esce dalla polpa sulla pelle ustionata. Applicata sulla pelle scottata e sugli eritemi solari, l'aloe da un'immediata sensazione di sollievo e freschezza; nel giro di qualche ora, calma l'irritazione e accelera la guarigione.

Un'altra erba che ha effetti straordinari contro le scottature, l'infiammazione e gli eritemi solari è la parietaria, ottimo cicatrizzante e lenitivo naturale. Le foglie tritate possono essere usate per preparare un composto da applicare direttamente sulla pelle ustionata.

La lavanda aiuta la pelle ad autoripararsi, disinfettando le lesioni provocate dal sole. E lenisce il dolore. Basta procurarsi dei fiori di lavanda, metterli in infusione in poca acqua per 10 minuti e poi passare un panno imbevuto di quell'acqua, delicatamente, sulla zona della pelle scottata.

Per alleviare il bruciore e il malessere causati dalle scottature, è utile anche la calendula. Si possono assumere 50 gocce di tintura madre, disciolte in mezzo bicchiere di acqua. Anche le creme a base di calendula aiutano a lenire l'arrossamento e l'irritazione cutanea.

L'olio di Vitamina E è ottimo per rigenerare i tessuti danneggiati dall'esposizione al sole.

Anche il miele è efficace perché protegge la pelle scottata dalle infezioni. Allevia anche il dolore e favorisce la cicatrizzazione. Si può applicare direttamente sulla zona ustionata e coperto con una garza sterile, che va rimossa una volta al giorno.

Il succo della radice fresca di zenzero, infine, è ottimo contro le infiammazioni della pelle e la formazione di vesciche nelle scottature. Protegge anche dalle infezioni batteriche. Va applicato delicatamente sulla lesione con un batuffolo di cotone imbevuto.

7.05.2011

Tecniche di medicina estetica per le labbra: aumentare il volume e ridurre le rughe

Le labbra ci permettono di parlare, mangiare, comunicare stati d’animo: sono le labbra, costituenti molto interessanti del volto, che attirano sguardi ed attenzioni.
E se non sono perfette, può risentirne pesantemente la globale espressività del viso.
Spesso sono le giovani donne a lamentarsi: poco soddisfatte di labbra troppo sottili o asimmetriche.
In altri casi, la colpa è dell’inesorabile passare del tempo, che rende la zona segnata e poco “fresca”. La pelle del prolabio, sollecitata dalle contrazioni continue e ripetute del muscolo orbicolare della labbra (che permette alle stesse di chiudersi), perde con facilità elasticità e turgore, dando luogo alla formazione di antiestetiche rughe mimiche. Le più frequenti sono le cosiddette rughe "verticali", che compaiono sul labbro superiore prima, e su quello inferiore poi. In ogni caso, esistono comunque soluzioni mirate, che possono contribuire sia a donare volume e turgore alla zona, sia ad eliminare i segni di invecchiamento.
● I FILLER
Si tratta di sostanze che vengono iniettate sottocute attraverso piccole iniezioni e che volumizzano, riempiono così vuoti, rughe ed avvallamenti del tessuto, rendendo la mucosa labiale e la pelle del prolabio morbide e lisce. Se ne distinguono tre tipi:
- a riassorbimento veloce, il cui effetto dura cioè solo pochi mesi;
- semipermanenti, che richiedono sedute di manutenzione annuali;
- permanenti, a componente prevalentemente acquosa, che durano nel corso degli anni.
I filler riassorbibili sono il mezzo ideale di correzione delle labbra perché il risultato estetico è estremamente naturale e soddisfacente e ha il vantaggio di potere essere perfezionato in qualsiasi momento. In genere vengono infiltrati secondo la tecnica di iniezione retrograda. Dopo l’applicazione, il medico massaggia lievemente le labbra affinché il prodotto si distribuisca uniformemente.
● INNESTO DI TESSUTO ANALOGO
Questa tecnica consiste in un prelievo di tessuto adiposo, di derma o di fasce muscolari prelevate da un’area donatrice (in genere addome).
Nel primo caso, in anestesia locale, il medico esegue delle micro-brecce cutanee attraverso le quali si aspira con finissime cannnule l’adipe in eccesso.Il grasso viene opportunamente centrifugato e poi trasferito nelle labbra.
Negli altri due casi si preleva una piccola banderella di tessuto, in genere dalla regione sovrapubica.
● LA BIORISTRUTTURAZIONE DEL PROLABIO (rughe verticali del labbro superiore)
Si tratta di micropavimentazioni intradermiche (tra le cellule del derma), eseguite con diverse tecniche, di varie sostanze che migliorano l’idratazione delle zone trattate e stimolano l’attività delle cellule produttrici di acido ialuronico, elastina e collagene (donano turgore, volume ed elasticità).
In genere si utilizzano i precursori dell’acido ialuronico che, una volta nel derma, vengono trasformati in acido ialuronico biodisponibile. Le infiltrazioni vengono eseguite in modo da creare un reticolo, quasi un pavimento che dà sostegno e riempie la zona.
● IL LASER
Per trattare la zona del prolabio (rughe sopra le labbra) si può ricorrere anche al laser. Ne esistono di diverse tipologie, con varie intensità e potenzialità terapeutiche. E’ comunque un trattamento ambulatoriale poco invasivo che emette una luce che riesce a vaporizzare gli strati superficiali dell’epidermide, eliminando rughe, macchie, cicatrici.

Come sempre, in medicina, per l’ottimizzazione dei risultati, quindi è di rigore applicare la corretta metodologia per il singolo problema.

DOTT.SSA ELENA GUARNERI
Medico chirurgo

7.04.2011

Gli alimenti da portare in spiaggia

Tempo di vacanze e di relax, e di giornate trascorse sulla spiaggia. Per chi ama rimanere al mare tutto il giorno, ci sono alcuni consigli utili su ciò che è utile o meno portare con sè.
La premessa è che trascorrere le giornate in spiaggia non deve essere una “scusa” per saltare i pasti: l'estate non è il momento giusto per fare una dieta, semmai per mantenere il proprio peso senza ingrassare.
Insomma, trascorrere tutto il giorno in spiaggia mangiando una mela o una carota, è altamente sconsigliato da tutti i dietisti.

Ciò non toglie che il pranzo debba essere leggero, soprattutto se anticipato da una colazione abbondante.
La prima regola è sempre aumentare la razione quotidiana di frutta e verdura, in precedenza lavate e messe in sacchetti separati. Se volete raggiungere un’abbronzatura invidiabile, optate in particolare per ortaggi e frutti di colore rosso, arancione e giallo e verdure a foglia verde, che contengono una provitamina – il betacarotene – che viene trasformata dall’organismo in vitamina A.
E la vitamina A favorisce la sintesi della melanina, cioè del pigmento naturale che stimola la colorazione della pelle come reazione ai raggi solari.

Oltre a frutta e verdura, sì a tramezzini leggeri, magari con pane ai cereali e farcito con insalata di pollo oppure salmone, tacchino, verdure e formaggio fresco (tutti più adeguati dei salumi, per le alte temperature della spiaggia) e pasta fredda o l'insalata di riso, entrambe condite in maniera leggera. Un'altra valida opzione per un pranzo leggero, infine, sono le frittate (anche il panino alla frittata) e l'insalata di patate.

Fondamentali le bevande: i raggi solari, infatti, hanno un’azione disidratante sulla pelle: vanno a intaccare le riserve idriche conservate nel derma, cioè lo strato cutaneo intermedio. L’ideale è consumare almeno due litri di acqua al giorno. Vanno bene anche tè leggeri e succhi di frutta freschi ma non ghiacciati, meglio ancora melone e anguria, ricchi di sali minerali e vitamine.
Sono utili anche le bevande a base di integratori, per reintegrare i sali persi con la sudorazione. Particolarmente adatte le tisane a base di karkadè dolcificato con il miele: aiutano il nostro corpo a adattarsi al clima estivo.

Qualsiasi cosa beviate, consumatene piccole quantità alla volta, e soprattutto mai consumare bevande ghiacciate: bere liquidi molto freddi è controproducente in spiaggia, aumenta il rischio di congestione (nel caso di un bagno) e non aiuta l’organismo ad adattarsi alla temperatura esterna.

7.01.2011

Le sopracciglia: disegno e correzione fai-da-te

Le sopracciglia sono un tratto fondamentale dell'espressività del viso. Manifestano le nostre emozioni: rabbia, sorpresa, disappunto, curiosità...
E danno allo sguardo la giusta profondità, mettendo in risalto gli occhi.
Per tenerle sempre in ordine e assecondare la loro giusta linea, la prima regola è osservare attentamente la forma del proprio viso e in che modo le sopracciglia incorniciano la parte superiore, se sono della stessa lunghezza e seguono lo stesso arco, se sono molto spesse e folte oppure no... Insomma studiarne le caratteristiche, perché ciascun volto ha bisogno di sopracciglia disegnate in un certo modo.

La prima volta che si depilano e correggono le sopracciglia, sarebbe consigliabile andare da una estetista di fiducia, in modo da imprimere subito la giusta linea che voi, poi, potrete continuare a seguire a casa periodicamente.
Se decidete in questo senso, non affidatevi alla prima che capita: anche tra i professionisti, ci sono estetisti che tendono a disegnare le sopracciglia in modo più o meno sempre uguale, assecondando più la moda del momento che non le reali esigenze estetiche di ciascun viso.

Per il fai da te fin dalla prima volta è indispensabile dotarsi degli strumenti giusti:
- una pinzetta di qualità, in grado di togliere i peli senza spezzarli.
- uno specchio cosmetico da tavolo, adeguatamente grande, con la giusta illuminazione e con una doppia superficie, una normale e l'altra a ingrandimento.

Disegnate con una matita per gli occhi la linea delle sopracciglia che vorreste, cancellando con un correttore le parti che pensate di depilare. In questo modo potrete anticipare, più o meno, il risultato estetico finale.
Assecondate il più possibile la linea naturale delle sopracciglia
. Di solito, sono lievemente asimmetriche e ce n'è sempre una più corta dell'altra: osservate quale delle due vi piace di più e cercate di adeguare l'altra di conseguenza.

Non lasciate troppo spazio tra le sopracciglia e ritoccate il meno possibile la parte superiore dell'arcata.
Per ridisegnarle in maniera più naturale, è sempre meglio lavorare con la pinzetta nella parte inferiore.
Togliete i peli uno alla volta, afferrandoli alla radice e sempre nel verso della crescita. Non depilate prima un lato e poi l'altro: per ottenere un risultato più simmetrico, togliete un po' da una parte e un po' dall'altra.

Per ottenere una linea armoniosa, con sopracciglia spesse vicino al naso e sottili alla fine (la cosiddette sopracciglia ad ali di gabbiano) è utile la regola delle tre linee.
Prendete una matita e mettetela dritta lungo il naso:
1. la linea immaginaria che parte dal naso e arriva all'attaccatura è il punto dove le sopracciglia devono iniziare
2. la linea che parte dal naso e arriva alla pupilla indica il punto dove l'arco delle sopracciglia deve iniziare a salire
3. la linea che parte dal naso e arriva all'angolo esterno dell'occhio indica il punto in cui le sopracciglia devono terminare.