5.30.2011

Gli esercizi con la palla

Non è solo un gioco per bambini, né lo strumento esclusivo degli sport di squadra... il pallone può essere una validissimo attrezzo per allenarsi a casa, utile e divertente. Ed esiste una vera e propria ginnastica da fare usando la “fitball”,
cioè un pallone di PVC, grande tra i 45 e i 75 cm di diametro, che fa lavorare tutti i muscoli del corpo senza sovraccarico, sciogliendoli e modellandoli.

Qual è il vantaggio specifico di una ginnastica con la palla? Facile intuirlo: in ogni esercizio bisogna sedersi o appoggiarsi a questo pallone e, in tali posture, la spinta che il nostro peso corporeo esercita sulla palla viene restituita sotto forma di energia.
Ciò significa fare i movimenti quasi in assenza di gravità, senza sovraccarico. Un ulteriore vantaggio è che, per stare seduti o appoggiati al pallone, bisogna continuamente adattarsi per mantenersi in equilibrio. Questo rende la fitball particolarmente indicata per:
* rassodare tutti i muscoli del corpo;
* sciogliere le articolazioni, eliminando dolorose contratture;
* pre-allenamento in tutte le discipline che richiedono un continuo e rapido cambio di baricentro (lo sci, la danza, la ginnastica artistica).

Ecco alcuni esercizi da eseguire lentamente e senza movimenti bruschi 2-3 volte a settimana.
- Esercizio 1
Sedetevi sulla palla, schiena dritta e gambe leggermente divaricate. In questa posizione esercitate una pressione verso il basso, in modo che la palla inizi a rimbalzare: aiutatevi con il bacino muovendolo avanti e indietro, per non perdere il contatto con il pallone, ma fate attenzione a mantenere la schiena dritta. Fate 15-20 movimenti.
- Esercizio 2
Sdraiatevi sulla palla, aderendo con la parte bassa della schiena. Le gambe sono a terra, le ginocchia piegate ad angolo retto e le braccia dietro la testa. In questa posizione alzate e abbassate il busto, mantenendo il contatto della zona lombare della schiena con il pallone. Ripetete il movimento 15 volte, in 2 serie.
- Esercizio 3
Appoggiate il petto sulla palla, mantenendo le gambe piegate e le ginocchia a terra. In questa posizione sollevate le braccia lateralmente, fino all'altezza delle spalle. Poi tornate in posizione. Mantenete sempre lo sguardo verso il basso. Ripetere 15 volte, in 3 serie successive.
- Esercizio 4
Seduti sul bordo di una sedia, tenete il pallone tra le ginocchia e appoggiato al muro. I piedi sono a terra, ma non del tutto piatti: poggiano leggermente sul lato esterno. Mantenete una posizione comoda, con la schiena dritta ma non rigida e il pallone tra le gambe: quindi schiacciate la palla con le ginocchia, finché i piedi non sono del tutto aderenti al pavimento. Mantenete la pressione per almeno 5 secondi e poi tornate in posizione iniziale. Ripetete per 15 volte, in 2 serie.
- Esercizio 5
Appoggiate le spalle e la testa sulla palla, facendo leva sulle gambe piegate, con i piedi bene a terra. In questa posizione piegate lentamente le braccia, portando le mani alle spalle con i palmi rivolti verso di voi. E tornate alla posizione iniziate. Ripetere il movimento 15 volte, in 3 serie successive.

5.25.2011

Indice di Massa Corporea: ti dice se sei in forma

E' un parametro che ci aiuta a capire se siamo in forma, se dobbiamo perdere o acquistare peso: ed è molto più accurato della semplice tabella che mette in relazione il peso e l'altezza di una persona.
Si chiama indice di massa corporea (BMI, preso dall'acronimo inglese Body Mass Index) ed è un valore che si ottiene con il rapporto tra la massa corporea e la statura.

Il BMI è facile da calcolare: si divide il peso corporeo per l'altezza moltiplicata al quadrato.
Esempio: una persona alta 1,75 e di 65 chili farà il seguente calcolo: 65/1,75 x 1,75 = 65/3,06 = 21.22

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito i parametri ufficiali di riferimento per capire se il proprio peso è nella norma oppure no. In particolare ha fissato 4 categorie:
- sottopeso, quando l'IMC è inferiore a 19
- medio, quando l'IMC è compreso tra 19 e 24
- sovrappeso, quando l'IMC è tra 25 e 30
- obesità, quando l'IMC è superiore a 30

Ci sono varie sottocategorie, in particolare per quanto riguarda le condizioni di sottopeso e obesità (classificate in base alla serietà del problema).

L'Indice di Massa Corporea è indipendente dall'età e dal sesso ma a uno stesso valore (per esempio IMC 28) può corrispondere una persona più o meno sovrappeso: dipende dalle proporzioni del corpo e dalla percentuale di grasso accumulato, dalla costituzione fisica insomma, che non è uguale in tutto il mondo. Per questo motivo, di recente, gli specialisti discutono l'ipotesi di differenziare ulteriormente i parametri di IMC, in relazione alle differenti popolazioni.

5.24.2011

Addio alla calvizie, grazie alla luce laser e alla foto-biostimolazione

La calvizie è causa di disagio per tanti uomini e per un numero sempre crescente di donne.
Una vera rivoluzione nei sistemi anti-calvizie da usare a casa: iGrow è il sistema più avanzato di trattamento anti-caduta
Sfruttando la luce laser, il casco iGrow rivitalizza in profondità i follicoli piliferi e assicura il rinfoltimento e il rinvigorimento dei capelli.

ALLA RADICE DEL PROBLEMA. La caduta dei capelli è causata da una serie di fattori tra cui la genetica, gli ormoni, la dieta, l’inquinamento, lo stress… Di sicuro la forma più diffusa di calvizie nell'uomo è la cosiddetta “alopecia androgenetica”, che provoca una caduta quasi impercettibile ma continua dei capelli soprattutto sulla cima della testa, sulla fronte e sulle tempie. “L'alopecia androgenetica è causata dall'azione degli ormoni androgeni – spiega la dottoressa Elena Guarneri, medico chirurgo ed estetico - in particolare del testosterone che viene trasformato da un enzima in diidrotestosterone e provoca un'eccessiva produzione di sebo che, pian piano, soffoca i bulbi piliferi”.
L'alopecia androgenetica colpisce in prevalenza gli uomini, anche giovani (nelle forme più aggressive compare già verso i 18 anni); e studi recenti hanno evidenziato che si manifesta anche su un numero crescente di donne.

In tutti i casi in cui l’azione degli ormoni disturba e riduce l’attività dei follicoli piliferi, la Low Level Light Therapy è il trattamento ideale. iGrow è efficace anche per l'alopecia a chiazze, un’altra forma di calvizie particolarmente antiestetica e di cui si conoscono poco le cause, che provoca la caduta dei capelli a ciocche. Il trattamento, invece, non può essere efficace se la caduta dei capelli è dovuta a malattie o a particolari cure mediche.

PERCHE’ FUNZIONA
. Il sistema iGrow si basa su conoscenze scientifiche che sono frutto di decenni di ricerca (è prodotto dalla californiana Apira Science, una delle maggiori aziende produttrici di dispositivi laser per uso clinico).
Già alla fine degli anni '60 i ricercatori americani avevano osservato come - sottoposte ai giusti impulsi luminosi - le cellule della pelle assorbano questa luce e la usino per auto-ripararsi, crescere o moltiplicarsi.

Il casco iGrow utilizza proprio la luce più adatta per il trattamento della calvizie: i diodi laser Low Level Light Therapy (LLLT) hanno una lunghezza d'onda di 650-670 nanometri e producono una revitalizzazione profonda dei follicoli piliferi.
Ai laser sono associati i LEDs, che con la loro gamma più ampia di energia luminosa garantiscono una copertura completa del cuoio capelluto.
Questa stimolazione combinata di luce terapeutica è come un'iniezione di vitamine alle cellule debilitate del cuoio capelluto. E' un processo noto come “foto-biostimolazione”: seduta dopo seduta, il metabolismo dei tessuti viene stimolato, le cellule ricevono maggiore ossigenazione, si riattivano e tornano a riprodursi.

COME USARLO. Il trattamento ottimale prevede 2-3 sedute a settimana, di circa 25 minuti l'una, a giorni alterni.
Entro 12 settimane soltanto, se usato con costanza, il trattamento offre segni concreti e visibili di riduzione della calvizie. E i massimi risultati si hanno dopo 9 mesi di sedute regolari: il processo di foto-biostimolazione riporta progressivamente i bulbi piliferi in condizioni di salute e questo significa un aumento della densità di crescita e, complessivamente, capelli più forti e sani.

IN ASSOCIAZIONE. iGrow può essere tranquillamente associato ad altri trattamenti anti-calvizie. “L'azione della LLLT sul cuoio capelluto è tanto più efficace se associata a un corretto stile di vita, che mantiene in salute l'intero organismo e anche i capelli” spiega la dottoressa Elena Guarneri. Il benessere dei capelli è sicuramente legato alla dieta alimentare: in particolare al giusto apporto di aminoacidi (soprattutto di aminoacidi solforati, come la cistina), di vitamine (in particolare quelle del gruppo B, la vitamina E, la A e la H) e di sali minerali come lo zinco.

“Ma soprattutto iGrow può essere associato anche agli shampoo anticaduta, ai prodotti topici o ad altri trattamenti rigenerativi – continua la dottoressa Guarneri - per esempio la PRP HT, cioè la terapia dei capelli con plasma arricchito di piastrine, che sfrutta l'azione dei fattori di crescita presenti nelle piastrine del sangue ed è anch'essa particolarmente efficace per l'alopecia androgenetica o l'alopecia a chiazze”.
iGrow è distribuito in Italia in esclusiva da mevita.it

5.23.2011

Self-tan: consigli per l'uso degli autoabbronzanti

Gli autoabbronzanti sono una valida alternativa per chi non vuole esporsi immediatamente al sole quando arriva l'estate, e non intende però rinunciare al piacere di mettersi una gonna o scoprire le braccia.
Questi prodotti, chiamati anche self-tan, non producono una vera stimolazione della melanina a livello cutaneo: la colorazione è dovuta ad alcune molecole contenute nella crema (tra le più diffuse, il diidrossiacetone), che interagiscono chimicamente con le proteine dello strato corneo della pelle - il più superficiale - producendo un pigmento scuro.

Questi prodotti – soprattutto gli autoabbronzanti dotati di filtro solare - sono particolarmente utili a chi ha la pelle molto chiara. Le persone con un basso fototipo (I e II) sono spesso portate a “forzare” l'esposizione al sole (o alle lampade UVA) nel tentativo di ottenere un'abbronzatura soddisfacente: sforzo inutile e potenzialmente rischioso, perché la loro pelle non può produrre una colorazione bruna oltre un certo limite, per mancanza di melanina.

Tutti in realtà possono beneficiare di questo vantaggio: il self-tan può evitare fastidiosi eritemi, scottature e tutte le classiche conseguenze delle prime esposizioni al sole estivo, che spesso sono affrettate, troppo lunghe e per questo imprudenti.

Per la stessa ragione, però, l'autoabbronzante può essere un rischio: il fatto che la pelle si sia scurita non vuol dire che è pronta a un'intensa esposizione solare! Bisogna ricordare che gli autoabbronzanti non stimolano la produzione di melanina: la pigmentazione ottenuta quindi non è fotoprotettiva, come invece sono le abbronzature ottenute con il sole o con le lampade.

Un altro limite di questi prodotti è il rischio macchie: bisogna stenderli e sfumarli con cura, soprattutto sulla fronte, sulle guance, sul collo e sul naso. L'abbronzatura che si ottiene, infine, è meno duratura di quella naturale: l'effetto svanisce nel giro di una settimana circa, perché lo strato corneo della pelle si rinnova.

5.20.2011

Estate in piscina: ginnastica in acqua!

La ginnastica in acqua è un'ottima soluzione per chi vuole fare attività fisica divertendosi ed evitando sforzi eccessivi: tonifica, aiuta la circolazione e la respirazione, ed è consigliata a ogni età.
Quella in acqua è, per eccellenza, una ginnastica “dolce” perché in acqua il corpo arriva a pesare anche il 90 per cento in meno: é un tipo di esercizio fisico consigliato dunque a tutti coloro che non devono sforzare eccessivamente le articolazioni o la colonna vertebrale. Non a caso, la ginnastica in acqua è un ottimo metodo di riabilitazione motoria dopo traumi o incidenti.

Prima degli esercizi che andiamo a illustrare, è bene fare qualche minuto di allungamenti e riscaldamento dei muscoli a bordo vasca. Una volta in piscina, eseguite i movimenti con dolcezza e lentezza.

Esercizio 1
Per scaldarvi e prendere confidenza con l'acqua, camminate partendo dal punto in cui l'acqua arriva al polpaccio fino a dove vi arriva alla vita. Continuate a camminare per 5 minuti, andando avanti e indietro.
Esercizio 2
In piedi con l’acqua al ginocchio, sollevate in fuori la gamba destra senza spostare in avanti il bacino. Poi riportatela in posizione e fate lo stesso movimento con la gamba sinistra. Iniziate ripetendo questo movimento 15 volte per gamba fino ad arrivare gradualmente, una volta allenati, a 30.
Esercizio 3
Con l'acqua alla vita, alzate prima una gamba e poi l'altra portando le ginocchia verso il petto, come se doveste correre. Ripetete questo movimento 20 volte per gamba (o 30 se siete allenati).
Esercizio 4
Con l’acqua fino al collo, tenete le braccia aperte: poi chiudete ed aprite le braccia davanti a voi, con i palmi uniti e distesi per spingere l'acqua. Quando le braccia si chiudono i palmi devono essere rivolti in avanti e quando le braccia si riaprono, invece, verso l’esterno in modo da creare sempre il maggiore attrito. Eseguite 4 serie da 10.
Esercizio 5
Dove non si tocca (se sapete nuotare), sistematevi come se foste sedute su una sedia. Poi divaricate e chiudete le gambe, mantenendo la posizione contraendo i muscoli addominali. Fate due serie da dieci.

5.19.2011

Forfora: riconoscere quella secca e quella grassa

Quella fastidiosa “nevicata” sulle spalle fa controllare mille volte le giacche e le maglie scure...
La forfora è un problema che riguarda tante persone.
Non tutti sanno però che non si tratta solo di un disagio estetico: è un segnale dell'organismo, per indicare che qualcosa non va, un’abitudine sbagliata, che si può correggere da soli, oppure un vero disturbo che richiede l'aiuto del dermatologo.
Come scoprirlo? Innanzitutto, sapendo riconoscere il “tipo” di forfora.

Ciò che noi chiamiamo forfora non è altro che il frutto di un processo di desquamazione del cuoio capelluto: non un normale ricambio di cellule morte ma un'alterazione della cute che si traduce nella formazione di squame visibili, secche o grasse.

La forfora secca è formata da scaglie sottili, dall'aspetto secco e farinoso e di colore grigiastro. Le scaglie sono presenti su tutto il cuoio capelluto, in modo piuttosto uniforme. Questo tipo di forfora, in genere, è causato da uno sviluppo troppo rapido delle cellule dello strato più superficiale dell'epidermide, che si riproducono in modo eccessivo e tendono a stratificarsi fino a formare delle piccole squame.

Questo processo può, a sua volta, dipendere da abitudini sbagliate: per esempio, l'uso di shampoo troppo aggressivi (anche lacca o gel per capelli) che disidratano il cuoio capelluto, lo infiammano e scatenano così il ricambio troppo accelerato delle cellule. Anche sciacquarsi i capelli con poca attenzione può essere alla base della forfora secca: le tracce di shampoo che rimangono via via disidratano e infiammano la cute. Infine, la forfora secca può essere dovuta a carenza di ceramidi e cheratina, alla psoriasi e anche a momenti di particolare stress.

La forfora grassa presenta scaglie abbastanza visibili, giallastre e con una consistenza appiccicosa; spesso, provoca anche prurito, soprattutto sulla testa e dietro le orecchie.
Nella maggioranza dei casi, è conseguenza di una dermatite seborroica, un’infiammazione della pelle che colpisce le zone del corpo più ricche di ghiandole sebacee (che producono il sebo), le arrossa e ne provoca la desquamazione. Non se ne conoscono a fondo le cause scatenanti, ma, soprattutto negli uomini, è stimolata dagli squilibri ormonali.

Gli ormoni, infatti, sollecitano l'attività delle ghiandole sebacee, provocando una maggiore produzione di sebo che irrita la pelle. In questa condizione, c'è anche la proliferazione eccessiva di un fungo che normalmente è presente sul nostro corpo - il Pytorosporum orbicolaris, chiamato anche Malassezia - e che si nutre proprio del sebo. La Malassezia mantiene l’infiammazione e l’arrossamento della pelle e del cuoio capelluto.

5.16.2011

La depilazione a cera: tutto quello che devi sapere

Sarà un po' dolorosa, ma garantisce sempre gambe lisce come la seta... e a lungo. La ceretta consente una depilazione completa e duratura perché estirpa i peli fino alla radice, grazie all'azione della cera che li ingloba e li trattiene dolcemente.
I peli ricrescono lentamente e, con il tempo, si riducono gradualmente perché il bulbo pilifero si indebolisce.

Questi effetti si ottengono avendo un po' di costanza e anche evitando, tra una ceretta e l'altra, si ricorrere ad altri metodi di depilazione. Un'altra regola importante riguarda il metodo di strappo: le strisce devono sempre aderire molto bene alla pelle – ma senza mettere troppa cera – ed essere strappate con decisione, non verso l'alto.

Per chi la fa in casa ci sono diverse opzioni:
- la cera in barattolo fornisce una buona scorta (ma spesso è difficile non impiastricciarsi);
- le strisce già pronte sono rapide e hanno già la dose di cera pronta;
- i depilatori a cera tipo roll-on sono molto pratici e coniugano i vantaggi delle prime due opzioni: evitano il fastidio della cera che cola, ma consentono di distribuire la quantità di cera che si vuole a seconda della zona da depilare.

Nella depilazione a cera, è importante capire quale scegliere tra quella a caldo o a freddo.
Per chi ha problemi di capillari, edemi frequenti o altri problemi di microcircolazione, è meglio usare la cera a freddo perchè evita l'effetto di dilatazione che il calore può avere sui vasi sanguigni.

Per chi invece non ha particolari problemi di capillari e la pelle non delicata, la cera a caldo è la soluzione ottimale perché garantisce il miglior risultato: grazie al calore, dilata il bulbo pilifero e cattura il pelo più in fondo. La cera a caldo va sciolta – scaldandola in acqua calda, a bagnomaria – e poi, controllando che non sia bollente, va spalmata con una spatolina di legno che consente di maneggiarla al meglio.

Che sia calda o fredda, dopo la depilazione a cera è sempre necessario idratare la pelle con una crema ricca e nutriente, che reintegra il mantello idrolipidico e calma l'eventuale l'arrossamento.

Allergie crociate: cosa sono e quali cibi evitare

Allergici ai pollini? Attenzione a quello che portate in tavola. Proprio così: chi soffre di pollinosi può sviluppare una reazione allergica anche ad alcuni alimenti: è questa quella che si chiama allergia crociata, causata dalla somiglianza tra i pollini
Per esempio, l’allergia al polline delle betullacee (betulla, ma anche ontano e nocciolo) predispone a quella a mela, pera, ciliegia, prugna, albicocca, pesca, noce, nocciola, finocchio, sedano, carota.
Mentre chi è allergico alle graminacee (come frumento, grano, segale, orzo, agrostide, erba canina) deve prestare particolare attenzione a frumento, pomodoro, kiwi, agrumi, melone, anguria, pesca, albicocca, prugna, mandorla.

Allergici alla parietaria? Fate attenzione a basilico, ortica, melone, ciliegia, gelso.

Infine, tra le combinazioni a rischio c’è anche quella tra allergia al polline di composita (assenzio, girasole, ambrosia, topinambur, camomilla, dente di leone, lappola e margherite) e alimenti quali cicoria, tarassaco, camomilla, banana, castagna, sedano, prezzemolo, carota, finocchio, pepe verde, olio di girasole, margarina, miele.

Conoscere il polline cui si è allergici, quindi, è il primo passo per sapere anche quali alimenti evitare per lo meno durante il periodo di fioritura delle piante.
Un’allergia crociata si manifesta con la cosiddetta sindrome orale allergica: prurito e gonfiore alle labbra, al palato e alla gola (con il gonfiore l’aria fatica a passare e quindi si può avvertire anche un senso di soffocamento) al momento del contatto dell'alimento con la bocca.

Questi sintomi sono più intensi se la reazione crociata si manifesta nel periodo culminante dei pollini (e spesso si associa, quindi, anche alla rinocongiuntivite tipica della pollinosi), ma possono di fatto presentarsi anche al di fuori della stagione dei pollini.

5.11.2011

Prepariamo i capelli per l'estate

I capelli sono come il corpo: hanno bisogno di cure specifiche per essere pronti all'arrivo dell'estate. Dopo i lunghi mesi invernali i capelli devono smaltire le conseguenze del freddo, dello stress, dello smog e della mancanza di sole.
E non si può pensare di rimetterli in sesto in un giorno o due, proprio come non si può tornare in forma smagliante per la prova bikini precipitandosi in palestra il week end prima delle vacanze. Ecco alcuni consigli utili per farli tornare sani, belli... e pronti per l'estate.

Come tutto l'organismo anche i capelli beneficiano della corretta dieta alimentare. Alcuni oligoelementi (come magnesio, rame, zinco e selenio) aiutano a mantenerli forti e lucidi. Importanti anche le vitamine (soprattutto la vitamina C ed E, antiossidanti) e di sali minerali. Tutto questo si ottiene aumentando quotidianamente il consumo di frutta e verdura fresca e di acqua. In tal modo si contrasta anche la disidratazione causata dal sole e dal caldo.

Prima di iniziare le vacanze, è utile il taglio dei capelli. Non per una semplice questione di estetica: anche una semplice spuntatura aiuta a rinvigorire il capello e a togliere le doppie punte. Un taglio comodo, semplice da pettinare, evita inoltre di ricorrere troppo spesso al phon: l'ideale, durante i mesi caldi, sarebbe lasciarli asciugare al naturale.

Nelle settimane che separano dall'estate piena, è bene iniziare a rafforzare i capelli con una maschera. Per tutta la primavera, una volta ogni dieci giorni; durante i mesi più caldi, anche una volta alla settimana. Una maschera nutritiva – a base di prodotti naturali e olii – prepara il capello e la cute all'azione del sole, del caldo e del mare.

Per mantenere i capelli sani e forti in spiaggia usate un copricapo - che sia un cappello o un foulard - preferibilmente di fibre naturali (paglia, cotone) e di colore chiaro. In particolare, usatelo nelle ore più calde della giornate e quando giocate o fate una passeggiata sulla spiaggia.

Come la pelle, anche il capello risente dell'azione dei raggi UVA: prima di esporvi al sole, applicate dunque su tutti i capelli un prodotto solare specifico, con un'azione emolliente e protettiva: filtra i raggi solari e forma una pellicola intorno al capello, lo protegge dall'azione combinata del caldo, della polvere della spiaggia e della salsedine, che tendono a seccarlo e inaridirlo. Ripetete l'applicazione ogni 3-4 ore mentre siete in spiaggia.

In valigia, prima di partire per il mare, non deve mancare uno shampoo dolce. D'estate ci si lava i capelli molto più spesso: perché si suda di più e perché bisogna liberare la testa dal sale e dalla sabbia. E' bene dunque scegliere un prodotto non aggressivo per i capelli e il cuoio capelluto, e diluirlo con l'acqua prima di applicarlo, sotto la doccia, soprattutto se fate lavaggi giornalieri.

5.10.2011

Qualche esercizio per arrivare al meglio alla prova costume

Cosa vi manca per affrontare con soddisfazione la “prova bikini” che si avvicina? Qualche chilo di troppo accumulano durante l'inverno? Una mancanza di tono muscolare, perché il lavoro vi ha costretto a mettere da parte l'attività fisica?
La primavera è il momento giusto per rimediare.
Tornare in forma è meno difficile di quanto si può pensare: basta fare certi esercizi con regolarità, 20 minuti al giorno, anche in casa. Lasciandosi guidare dalla nuova energia che la bella stagione porta con sè.
Provate a eseguire questi esercizi tutti i giorni, prima di iniziare la vostra giornata.

E’ importante scegliere una superficie morbida ma non molle, che dia sostegno alla schiena consentendo di mantenere le posizioni corrette senza peraltro affondare con il piede o scivolare (il materasso, anche se rigido, non va bene): per esempio un tappeto di casa non spesso ma regolare; oppure gli appositi tappetini per fitness, specifici per la ginnastica riabilitativa e le palestre.

Esercizio 1 - muscoli addominali
Sdraiati a terra sulla schiena, su una superficie morbida ma non molle (non sul materasso, per esempio). Mettete le gambe in posizione flessa e a piedi distanziati. Mettete le mani intrecciate dietro la nuca, con i gomiti bene aperti: ora sollevate la testa e poi le spalle, mantenendo la posizione per 5 secondi. Tornate lentamente nella posizione iniziale. Iniziate con due serie da 10, aumentando gradualmente lo sforzo.

Esercizio 2 - addominali
Anche questo esercizio serve ad appiattire la pancia, rafforzando gli addominali. Sempre distesi sulla schiena e appoggiati ai gomiti. Mantenendo la testa sollevata e ben distesa, alzate le gambe unite a dieci centimetri da terra e mantenete la posizione, contando fino a 15. Mantenete le mani appoggiate a terra e non alzate troppo le gambe, che devono rimanere diritte. Quindi abbassatele lentamente e rilassate i muscoli, facendo due ampi respiri. Ripetete 2 serie da 10.

Esercizio 3 - gambe e glutei
Mettetevi a carponi a terra, appoggiati a mani e ginocchia. Alzate il ginocchio destro verso il petto e poi distendete la gamba indietro, dritta e allineata alla schiena. Mantenete il viso verso il pavimento: questo vi aiuterà a non inarcare troppo la schiena. Riportate quindi la gamba destra lentamente al petto e ripetete il movimento per 6 volte. Poi passate all'altra gamba. Ripetete il ciclo 2 volte.

Esercizio 4 - gambe
Tenete un piccolo manubrio da 1 chilo in ciascuna mano (in alternativa, due oggetti di casa di peso uguale). Dritti in piedi, con le mani basse, portate in avanti il piede destro di un passo: quindi piegate la gamba sinistra verso il basso e fermatevi a circa 15 centimetri da terra. Mantenete questa posizione, con la schiena ben dritta e le braccia dritte lungo il corpo, per qualche secondo. Quindi ritornare alla posizione iniziale spingendovi con la gamba destra. Ripetere il movimento, 6 volte per gamba.

5.09.2011

Piedi: attenzione a verruche e funghi

Verruche e funghi sono 'nemici' dei nostri piedi, più diffusi di quanto si pensi. Colpiscono senza distinzioni: gli atleti e chi fa soltanto un'attività fisica amatoriale, chi va spesso in piscina, gli adulti e i bambini, gli uomini e le donne
Funghi e virus compromettono l'igiene e il benessere del piede (oltre che l'aspetto esteriore). E una volta comparsi, non è facile mandarli via.

L'ambiente in cui è più facile contrarre verruche o funghi è lo spogliatoio delle palestre. Per vari fattori concomitanti: il caldo umido, l'igiene limitata, il passaggio continuo di persone... In queste condizioni diventa abbastanza facile contrarre qualche malattia infettiva della pelle, soprattutto se per distrazione non si fa sempre uso delle ciabatte. Il rischio maggiore è costituito proprio da verruche e funghi.

Tra i disturbi più diffusi, il cosiddetto “piede d'atleta”, una micosi provocata da funghi che attaccano la cute del piede, annidandosi nelle pieghe delle dita, nella zona della pianta e ai lati. E' un disturbo che si riconosce perché la pelle appare macerata, desquamata e nelle zone colpite compaiono piccole vesciche molto fastidiose (evitate assolutamente di grattarvi, in questi casi, altrimenti rischiate che alla micosi si aggiunga una infezione batterica).

Le verruche sono un altro problema molto diffuso. A differenza della micosi, le verruche sono portate da un virus: e si riconoscono facilmente perché formano una piccola escrescenza (quasi sempre sulla pianta del piede) con un foro rientrante al centro. Di solito sono tonde e grandi meno di un centimetro e possono essere dolorose.
Spesso, proprio perché colpiscono il piede e dunque non sono immediatamente “davanti agli occhi”, verruche e micosi vengono trascurati: è un errore perché la salute del piede condiziona, nel lungo periodo, il modo in cui camminiamo e il nostro modo di camminare (quindi di far gravare il peso del corpo sulla base) influisce molto sull'equilibrio dell'apparato muscolo-scheletrico.

Funghi del piede e verruche hanno ciascuno la propria cura: antimicotici locali per i primi; azoto liquido o asportazione chirurgica per la verruca. Oltre a ciò è importante indossare scarpe che consentano una buona traspirazione, non camminare scalzi negli spogliatoi o nelle piscine e non scambiarsi né calzature né tantomeno ciabatte, disinfettare i piedi dopo aver frequentato paleste o piscine.
Senza dimenticare che la prevenzione – in fatto di salute del piede – inizia sempre con una perfetta igiene e cure costanti.

5.04.2011

Benessere con l'idromassaggio

Il massaggio dell'acqua sul nostro corpo è uno dei principi base dell'idroterapia, è un modo naturale ed efficace per stimolare l'organismo e ottenere un completo relax psico-fisico.
L'idromassaggio ha inoltre un'azione benefica specifica su alcune funzioni e apparati del nostro corpo. I suoi principali benefici sono:
- stimolare la circolazione sanguigna e linfatica, in modo da prevenire i gonfiori e ridurre il senso di pesantezza alle gambe;
- allentare la tensione dei muscoli, con un dolce massaggio esercitato dall'acqua su tutto il corpo;
- tonificare la pelle e purificarla in profondità, favorendo l'apertura dei pori e quindi la depurazione dalle tossine.

L'idromassaggio è uno dei trattamenti più noti per combattere la cellulite. Il massaggio dell'acqua stimola la circolazione del sangue e della linfa: agisce dunque a livello di circolo superficiale e di circolo profondo. E sappiamo che la cellulite è il risultato antiestetico di una disfunzione a livello circolatorio: quella che i medici chiamano “insufficienza venosa”.
La pressione esercitata dai getti d'acqua drena i liquidi in eccesso e, mantenendo il buon funzionamento del sistema linfatico, previene la formazione di nuovo ristagno.

Per godere al massimo di questi benefici, fate l'idromassaggio con regolarità ma non troppo spesso (bastano 2 volte a settimana). Per chi non desidera o non può sostenere il costo di un centro benessere, un’ottima soluzione è dotarsi di idromassaggio a casa, senza necessariamente utilizzare una vasca specifica: esistono appositi tappetini per idromassaggio, da posizionare sul fondo della vasca da bagno ogni volta che ci si può concedere questo benefico momento di relax.

Regolatela temperatura dell'acqua intorno ai 32-35°, in modo che non sia troppo calda. E rimanete in vasca 15-20 minuti. Prima dell'idromassaggio, almeno una volta al mese, fate uno scrub del corpo per pulire la pelle e liberarla dalle cellule morte. E dopo, avvolgetevi in un accappatoio asciutto e sdraiatevi in completo relax per 15 minuti: in questo modo, la pressione arteriosa (che tende ad abbassarsi in vasca) torna ai livelli normali. Prima di rivestirvi, idratate sempre bene la pelle con una crema nutriente.

L'idromassaggio, come tutti i trattamenti naturali di benessere, ha i suoi limiti e alcune controindicazioni: non è consigliato, per esempio, alle persone che soffrono di ipotensione perché l'immersione in vasca ha l'effetto di ridurre ulteriormente la pressione arteriosa. Deve essere fatto con cautela anche da chi soffre di fragilità dei capillari: i getti d'acqua infatti possono provocare danni ai piccoli vasi sanguigni superficiali, tanto più se la temperatura dell'acqua è superiore ai 36°.

5.03.2011

iGrow, laser therapy contro la caduta dei capelli


iGrow rappresenta una grande novità nel trattamento a casa contro la perdita dei capelli.

E' prodotto dall'azienda californiana Apira Science, una delle maggiori aziende produttrici di dispositivi laser per uso clinico

iGrow è dotato di diodi laser Low-Level Light Therapy (LLLT), cioè un trattamento fototerapico con basso livello di luce laser che rivitalizza in profondità i follicoli piliferi che, per cause ormonali, generiche o di stress, hanno ridotto la loro attività.

iGrow è un casco che utilizza la luce laser più adatta per la riattivazione dell'attività cellulare dei bulbi piliferi, cioè quella compresa tra i 650 e 670 nanometri.

Studi clinici hanno infatti accertato che la luce con lunghezza d'onda 600-1100 nanometri (arancione-rosso-infrarosso) penetra profondamente (almeno fino 6 centimetri) nei tessuti cutanei adiposi e muscolari; il risultato è un incremento del metabolismo e un aumento dell'ossigenazione dei tessuti

La perdita dei capelli e la calvizie colpisce sia uomini che donne (spesso per cause ormonali) e soprattutto in questi casi iGrow risulta efficace per il rinfoltimento e rinvigorimento.
  • casco per la fototerapia per il rinfoltimento dei capelli
  • dotato di 30 LED e 21 diodi laser
  • combina la terapia LLLT (soft laset) con la fototerapia
  • si usa per 2-3 volte alla settimana a giorni alterni
  • le sedute sono brevi: circa 25 minuti a seduta
  • i primi risultati di arresto della perdita dei capelli sono visibili dopo circa 12 settimane
  • i massimi risultati di aumento di densità dei capelli, salute dei bulbi piliferi, rivitalizzazione dei capelli solitamente si hanno dopo 9 mesi di uso costante
  • dotato di telecomando con programmi memorizzati specifici per donna e uomo
  • dotato di cuffie per collegamento con lettore MP3
La Low-Level Light Therapy
La luce laser penetra in profondità e proprio per questo è efficace nella rivitalizzazione dei bulbi piliferi.
Le cellule assorbono la luce laser a bassa intensità ed aumentano la loro attività: questo effetto è conosciuto come foto-biostimolazione.
E' come nutrire le cellule con vitamine che provvedano ad un metabolismo sano: le cellule assorbendo la luce si ripararano, si rivitalizzano e si riproducono.

Il laser in ambito cosmetico: usi, vantaggi e limiti

Il laser in ambito cosmetico: usi, vantaggi e limiti
Per cicatrici da ridurre, capillari dilatati, varici, angiomi, verruche o fibromi, per ringiovanire la pelle, eliminare le rughe...il laser ha ormai moltissimi usi in medicina estetica.
È uno strumento utile per risolvere o migliorare problemi di natura diversa, in modo meno invasivo della chirurgia.

A seconda del tipo di trattamento necessario, ci sono diverse tipologie di laser, con lunghezze d'onda diverse, che vengono assorbite da bersagli diversi sulla pelle. È il principio della fototermolisi selettiva: il laser colpisce solo la parte di tessuto che richiede il trattamento e lascia intatta tutta la zona circostante (per questo, “selettiva”).

In questo modo, per esempio, si usano laser ad anidride carbonica per eliminare le verruche o altre neoformazioni benigne perché il laser CO2 viene assorbito bene dall'acqua e vaporizza questi tessuti.
Il laser a diodi (o ND Yag) viene assorbito dall'emoglobina e per questa ragione è usato di preferenza per eliminare i capillari, gli angiomi eccetera.
Laser come il Q switched viene assorbito dai pigmenti scuri della pelle, come la melanina: perciò ha un'ottima resa per eliminare i tatuaggi e alcuni tipi di macchie solari della pelle.

Per i trattamenti di ringiovanimento della pelle è molto diffuso il ricorso alla fotolisi frazionale cosiddetto “laser frazionale” o frazionato. Questo laser agisce in profondità, attraverso le fibre ottiche, bruciando minuscole frazioni di tessuto e lasciando intatto lo strato più superficiale della pelle. Il laser frazionale produce dei minuscoli fori nel tessuto, va a colpire il collagene e ne stimola la produzione. Grazie a questo meccanismo, il trattamento produce un ringiovanimento del tessuto cutaneo e ha tempi di guarigione e di ripresa più brevi della norma. Il laser frazionale è particolarmente indicato, oltre che per il ringiovanimento cutaneo, per ridurre o eliminare macchie della pelle e melasma, cicatrici da acne o da scottature, piccole rughe del viso e, in generale, per ridare tonicità alla pelle.

Il laser può risolvere o ridurre problemi estetici in modo poco invasivo: ma è pur sempre un trattamento medico e, come tale, deve essere fatto esclusivamente da un dermatologo o da un medico estetico.

5.02.2011

Dormire: il ciclo del sonno - archivio salute

Dormire: il ciclo del sonno
Durante il sonno l'organismo si riposa, rallentando le proprie funzioni metaboliche e mettendosi in “stand-by”: i battiti del cuore e il ritmo della respirazione rallentano, la pressione del sangue cala, il tono muscolare si riduce.
È il cervello, attraverso l'emissione di una particolare sostanza, la serotonina, a indurre nell'organismo uno stato di sonnolenza. Ma durante tutto il riposo notturno sono differenti le fasi che si attraversano. Una prima grande distinzione è tra sonno non REM e sonno REM (anche detti primo e secondo stato del sonno).
Nel primo stato c'è il progressivo addormentamento del cervello: all'elettroencefalogramma, l'attività cerebrale si presenta in forma di onde ampie e a bassa frequenza. Il primo stato del sonno si distingue, a sua volta, in quattro fasi:
- fase I, che corrisponde circa al 5% dell'intero sonno. C'è un rilassamento dei muscoli accompagnato da una sensazione di galleggiamento. La pressione arteriosa scende e il polso rallenta. E' una condizione di sonno leggero: si può facilmente essere svegliati e spesso non si ricorda neppure di essersi addormentati;
-fase II, anch'essa di sonno leggero (corrisponde più o meno al 50% del periodo di riposo), è caratterizzata da un ulteriore calo di frequenza delle onde cerebrali, della pressione arteriosa, della temperatura e del polso. Gli occhi cominciano a roteare lentamente;
-e fasi III e IV sono invece di sonno profondo e corrispondono al 25 per cento dell'intero ciclo. Il metabolismo è ridotto al minimo: le onde cerebrali risultano lente e lunghe, il respiro diventa regolare e i muscoli si rilassano completamente. In queste fasi è difficile essere svegliati e l’organismo secerne alcuni ormoni specifici, come quello della crescita (ormone Gh).

Il secondo stato o sonno REM corrisponde a circa al 20% del ciclo e si caratterizza, all'elettroencefalogramma, per le onde poco ampie e ad alta frequenza. Il sonno REM prende questa definizione da una delle sue caratteristiche: in questa fase, infatti, c'è un rapido roteare degli occhi sotto le palpebre chiuse (Rapid Eye Movement Sleep). Il battito del cuore e la pressione arteriosa diventano irregolari, aumentano il fabbisogno di ossigeno e la frequenza del respiro, gli arti sono del tutto rilasciati. L'organismo rilascia maggiori quantità di ormoni. E si sogna.

Le fasi del sonno si alternano in un ciclo di circa 90-100 minuti. Per tutta la notte, i passaggi da sonno REM a sonno profondo si susseguono per un totale di 4-5 cicli completi. E a ogni ciclo la fase REM si allunga e diminuisce quella del sonno profondo, fino a scomparire del tutto verso il mattino.