5.19.2011

Forfora: riconoscere quella secca e quella grassa

Quella fastidiosa “nevicata” sulle spalle fa controllare mille volte le giacche e le maglie scure...
La forfora è un problema che riguarda tante persone.
Non tutti sanno però che non si tratta solo di un disagio estetico: è un segnale dell'organismo, per indicare che qualcosa non va, un’abitudine sbagliata, che si può correggere da soli, oppure un vero disturbo che richiede l'aiuto del dermatologo.
Come scoprirlo? Innanzitutto, sapendo riconoscere il “tipo” di forfora.

Ciò che noi chiamiamo forfora non è altro che il frutto di un processo di desquamazione del cuoio capelluto: non un normale ricambio di cellule morte ma un'alterazione della cute che si traduce nella formazione di squame visibili, secche o grasse.

La forfora secca è formata da scaglie sottili, dall'aspetto secco e farinoso e di colore grigiastro. Le scaglie sono presenti su tutto il cuoio capelluto, in modo piuttosto uniforme. Questo tipo di forfora, in genere, è causato da uno sviluppo troppo rapido delle cellule dello strato più superficiale dell'epidermide, che si riproducono in modo eccessivo e tendono a stratificarsi fino a formare delle piccole squame.

Questo processo può, a sua volta, dipendere da abitudini sbagliate: per esempio, l'uso di shampoo troppo aggressivi (anche lacca o gel per capelli) che disidratano il cuoio capelluto, lo infiammano e scatenano così il ricambio troppo accelerato delle cellule. Anche sciacquarsi i capelli con poca attenzione può essere alla base della forfora secca: le tracce di shampoo che rimangono via via disidratano e infiammano la cute. Infine, la forfora secca può essere dovuta a carenza di ceramidi e cheratina, alla psoriasi e anche a momenti di particolare stress.

La forfora grassa presenta scaglie abbastanza visibili, giallastre e con una consistenza appiccicosa; spesso, provoca anche prurito, soprattutto sulla testa e dietro le orecchie.
Nella maggioranza dei casi, è conseguenza di una dermatite seborroica, un’infiammazione della pelle che colpisce le zone del corpo più ricche di ghiandole sebacee (che producono il sebo), le arrossa e ne provoca la desquamazione. Non se ne conoscono a fondo le cause scatenanti, ma, soprattutto negli uomini, è stimolata dagli squilibri ormonali.

Gli ormoni, infatti, sollecitano l'attività delle ghiandole sebacee, provocando una maggiore produzione di sebo che irrita la pelle. In questa condizione, c'è anche la proliferazione eccessiva di un fungo che normalmente è presente sul nostro corpo - il Pytorosporum orbicolaris, chiamato anche Malassezia - e che si nutre proprio del sebo. La Malassezia mantiene l’infiammazione e l’arrossamento della pelle e del cuoio capelluto.

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